Una
riflessione nella Giornata Internazionale dell’Obiezione di Coscienza alla
macchina militare, alle armi che sono sempre assassine, alle strutture e alle
ideologie della morte, alla volontà di uccidere. Il 15 maggio è la Giornata internazionale
dell'obiezione di coscienza alla macchina militare, alle armi che sono sempre
assassine, alle strutture e alle ideologie della morte, alla volontà di
uccidere. Il 15 maggio è la Giornata internazionale dell'obiezione di coscienza
al servizio militare, al servizio nelle strutture armate in cui compito è
quindi far uso delle armi, e l'uso delle armi consiste nel minacciare la morte,
nell'asservire con la minaccia della morte, nel terrorizzare con la minaccia
della morte, ed infine ed essenzialmente nell'uccidere, uccidere esseri umani.
Le armi sono sempre nemiche dell'umanità, e le strutture armate ad opprimere
l'umanità servono, a minacciare di morte servono, ad uccidere servono.
Alle strutture e alle ideologie intese a uccidere gli esseri umani occorre
opporre la propria obiezione nonviolenta, il proprio rifiuto di uccidere, la
propria decisione di esseri umani che affermano che tutti gli esseri umani
hanno diritto a vivere.
L'obiezione di coscienza alla macchina militare è quindi l'affermazione della
coscienza di essere un essere umano e di riconoscere dunque in tutti gli altri
esseri umani persone la cui vita va rispettata e salvaguardata.
L'obiezione di coscienza alla macchina militare è quindi la scelta di non voler
uccidere, la scelta di voler salvare le vite.
L'intero cammino della civiltà umana è un progressivo ripudio dell'uccidere,
una progressiva affermazione del diritto di ogni essere umano alla vita, alla
dignità, alla libertà, alla giustizia, alla misericordia, alla solidarietà,
alla condivisione, alla convivenza.
"Tu non uccidere" è la regola che fonda l'umanità dell'umanità.
Cessare di uccidere.
Salvare le vite.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi al male facendo il bene.
Contrastare la violenza con la nonviolenza.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Chi salva una vita salva il mondo. Sii tu l'umanità come dovrebbe essere.
Le armi sono sempre nemiche dell'umanità, e le strutture armate ad opprimere
l'umanità servono, a minacciare di morte servono, ad uccidere servono.
Alle strutture e alle ideologie intese a uccidere gli esseri umani occorre
opporre la propria obiezione nonviolenta, il proprio rifiuto di uccidere, la
propria decisione di esseri umani che affermano che tutti gli esseri umani
hanno diritto a vivere.
L'obiezione di coscienza alla macchina militare è quindi l'affermazione della
coscienza di essere un essere umano e di riconoscere dunque in tutti gli altri
esseri umani persone la cui vita va rispettata e salvaguardata.
L'obiezione di coscienza alla macchina militare è quindi la scelta di non voler
uccidere, la scelta di voler salvare le vite.
L'intero cammino della civiltà umana è un progressivo ripudio dell'uccidere,
una progressiva affermazione del diritto di ogni essere umano alla vita, alla
dignità, alla libertà, alla giustizia, alla misericordia, alla solidarietà,
alla condivisione, alla convivenza.
"Tu non uccidere" è la regola che fonda l'umanità dell'umanità.
Cessare di uccidere.
Salvare le vite.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi al male facendo il bene.
Contrastare la violenza con la nonviolenza.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Chi salva una vita salva il mondo. Sii tu l'umanità come dovrebbe essere.