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lunedì 3 maggio 2021

SPIGOLATURE
di Angelo Gaccione
 

La fontana prima

La fontana di via Andegari
 
Domenica 25 Aprile, Festa della Liberazione, Milano mi ha stupito. Positivamente stupito. E anche questo è Milano, per nostra fortuna. Meno di due anni fa avevo scritto una nota sulle fontane della città, un Taccuino da inserire nel libro La mia Milano, e che avrebbe dovuto vedere la luce da lì a poco, se il disastro del coronavirus non lo avesse impedito. Fra le tante, mi ero occupato di quella di via Andegari, centralissima e appartata com’è, su un fianco della via Manzoni. Ne scrivevo infastidito e deluso perché soffocata da una marea di motorini che impudentemente vi parcheggiavano intorno, nell’indifferenza di vigili e amministrazione comunale. “Sono passati decine di sindaci e di assessori, sono cambiati consiglieri e mutate amministrazioni, ma non si è trovato uno che abbia avuto la sensibilità di rimediare a questo sconcio”, scrivevo. 


La fontana ora

Domenica, invece, passeggiando per quelle vie mi sono felicemente imbattuto in una piacevole ed appagante visione. La Fontana dei Tritoni realizzata dall’architetto Alessandro Milani nel 1928 e le sculture di Salvatore Saponaro con le armoniche forme classicheggianti, mi si sono presentate in tutta la loro bellezza. Linde, pulite, con il parterre lastricato in pietre dai colori tenui e piacevoli, e soprattutto i sedili anch’essi in pietra disposti tutt’intorno che ne delimitano lo spazio. Niente motorini, monopattini e biciclette ad imbruttirla, nessun parcheggio disordinato, e un tratto della breve via saggiamente ad un unico senso di marcia. Il silenzio che vi regnava invitava a sedervisi di fronte e a gustarla al piacevole gocciolare dei fili d’acqua dalla conchiglia barocca. Era domenica e le auto erano rare; vedremo l’effetto in settimana. Ma intanto ora è sgombra da ogni intrusione, e appena giungerete all’incrocio del quadrivio, vi apparirà davanti come una inaspettata sorpresa.