Via San Leonardo, una delle strade più belle del mondo Il grande e
storico complesso dell’ex caserma Vittorio Veneto in Via Costa San Giorgio (già
monastero di San Giorgio alla Costa) e il suo contorno verde rappresentano
un’area sottoposta a vincolo di tutela, che si vuole trasformare in una
struttura alberghiera di super lusso, con annesse altre attività (Spa e centro
benessere, ristoranti, parcheggi sotterranei, strutture commerciali di vicinato),
e con previsione di macroscopici interventi interrati: quali due autorimesse
con accesso carrabile da Costa San Giorgio e da Via della Cava, ambienti di
stoccaggio per le cucine e ambienti di servizio per la spa e il centro
benessere, collegati tra di loro tramite un percorso carrabile interrato della
lunghezza di circa 600 metri, con accesso da Costa San Giorgio; interventi che
metteranno a rischio il fragile equilibrio idrogeologico del versante collinare
che, in passato, ha manifestato movimenti franosi di non
secondaria importanza. Nessuno ha pensato agli impatti del cantiere prima e
della gestione turistica poi sulle vie circostanti, a partire dalla contigua
San Leonardo in Arcetri, antica e lunga via collinare di circa 7 chilometri,
che mette in comunicazione la parte sud-orientale di Firenze con Poggio
Imperiale, Impruneta e il Chianti: è una strada di “artisti, innamorati” (come
la definisce su YouTube Elena Giannarelli), una strada piena di fascino, tra le
più amate dai fiorentini, una campagna dentro la città, che i cittadini
percorrono lentamente, passeggiandola. Lungo di essa si possono ammirare tanti
monumenti di età tardo-medievale, rinascimentale e moderna, a partire da Forte
Belvedere e da Porta San Giorgio (con, all'esterno, il bassorilievo San
Giorgio e il Drago di Andrea Pisano e, nell'interno, la lunetta con
affresco Madonna con Bambino fra San Giorgio e San Leonardo di Bicci
di Lorenzo), dove termina la monumentale Via Costa San Giorgio e dove ha inizio
la breve e ripida Via Belvedere, che conduce a Porta San Miniato, costeggiando
le mura. Lungo Via San Leonardo - oltre alla duecentesca chiesa omonima che
conserva il campanile a vela, affreschi quattrocenteschi e l'antico pulpito
della chiesa di San Pier Scheraggio - sorgono tante ville, spesso corredate di
storiche lapidi (tra cui San Leonardo, Razzolini o Spelman, Vecchietti,
Sant'Agnese, Il Gioiello, L'Invidiata, Il Barduzzo dove visse lo scrittore
Mario Pratesi), la casa del pittore e scrittore Ottone Rosai e il Tabernacolo
dell'Immacolata, ricordato da Giovanni Papini. Il carattere peculiare della
via, stretta e lastricata, è dato dallo snodarsi (scrive, sempre sul web,
Viaggiatrice curiosa) “fra i muri delle ville immerse nella campagna, al di là
dei quali si estendono i giardini, olivi, vigneti e cipressi. I muri riportano
ancora l'originaria decorazione graffita a motivi geometrici, realizzata
graffiando l'intonaco fresco”. Ottone Rosai, che vi abitò dal 1933 al
1957, la descrive come una delle strade più belle del mondo, come “la
rivelazione più sorprendente riservatami dalla vita. Di una rarità
incomparabile per la sua forma disegnata non da ingegneri, ma dall'andamento
stesso del terreno in quanto trovasi sulla sommità di una collina […], larga
poco più di un viottolo [che] procede sinuosa e tortuosa tutta piena di segreti
e di sorprese, arrivando, con i suoi muri poco più alti di un uomo, con gli
olivi che da questi si affacciano, con alcuni cipressi secolari che annunciano
la presenza discreta e quasi intimidita di una villa - o di una vecchia casa
contadina - ogni tanto fino al grande piazzale del Poggio Imperiale”, che si
raggiunge dopo avere superato il Viale Galileo e lo Chalet Fontana, caffè
letterario fondato nel 1896, frequentato dallo stesso Rosai e da Vasco
Pratolini. “Ma è lunga questa strada e la chiesa di San Leonardo e le ville e
le case sono distribuite così armoniosamente nello spazio”. *già professore ordinario di Geografia nell'Università di Firenze presidente di Italia Nostra - Sezione di Firenze