"Ora
abbiamo non solo la difesa primaria del posto di lavoro dai licenziamenti
avvenuti e minacciati, ma la volontà di ritessere una tela strappata. Un fatto
nuovo, che ha il profumo dell’antico, quando quelli che erano considerati gli
ultimi sapevano legare attorno a sé le forze più vive della società. E creare
un popolo." Alfonso
Gianni conclude con questa bellissima frase un suo "commento" apparso
online sul "Lunedì Rosso" del Manifesto. "Creare
un popolo" però, aggiungiamo, con un punto interrogativo. Siamo
stretti, infatti, tra il "popolo" e la "folla". Il
"popolo" sa di poter lottare per una causa precisa: quello di
difendere la classe dalle ingiustizie, sommamente da quelle imposte dalle
logiche imperanti del profitto in tempi come questi di incapacità di porre
freno alle disuguaglianze con un "Capitale" (sempre più impersonale e
inafferrabile) che punta alla guerra tra i poveri come arma per riaffermare il
proprio dominio. La folla invece indistintamente, protesta contro il destino
che ci costringe a vivere in un modo diverso da quello che giustamente Marco
Revelli ha definito "il diritto al proprio personale capriccio". Dobbiamo
essere consapevoli che la destra sta mordendo per riuscire a tenere assieme
"popolo" e "folla" e farne genericamente "la
gente" come piedistallo per correre pericolose avventure. Nel
1945, al primo consiglio nazionale del PCI nell'Italia riunificata del 25
aprile, Longo disse " al Nord il partito è una "folla". Ebbene
fu la capacità di introdurre pedagogia di massa e mediazione politica che fece
in modo, tra enormi contraddizioni e difficoltà immense, si riuscisse a creare
un popolo. Così fu introdotto nella "nostra" cultura politica il
Gramsci del "Principe", delle "casematte", dell'egemonia,
dell'intellettuale organico. La via difficile dello studio da coniugare
all'agire politico. L'invito
allora, in questo momento così complicato, è quello di ritrovare una
soggettività che sappia unire lettura delle contraddizioni sociali, cultura,
prospettiva politica per contribuire studiando e agendo a ricostruire un
popolo.