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giovedì 29 luglio 2021

TRA LA FOLLA E IL POPOLO
di Franco Astengo

 
"Ora abbiamo non solo la difesa primaria del posto di lavoro dai licenziamenti avvenuti e minacciati, ma la volontà di ritessere una tela strappata. Un fatto nuovo, che ha il profumo dell’antico, quando quelli che erano considerati gli ultimi sapevano legare attorno a sé le forze più vive della società. E creare un popolo."
Alfonso Gianni conclude con questa bellissima frase un suo "commento" apparso online sul "Lunedì Rosso" del Manifesto.
"Creare un popolo" però, aggiungiamo, con un punto interrogativo.
Siamo stretti, infatti, tra il "popolo" e la "folla". Il "popolo" sa di poter lottare per una causa precisa: quello di difendere la classe dalle ingiustizie, sommamente da quelle imposte dalle logiche imperanti del profitto in tempi come questi di incapacità di porre freno alle disuguaglianze con un "Capitale" (sempre più impersonale e inafferrabile) che punta alla guerra tra i poveri come arma per riaffermare il proprio dominio. La folla invece indistintamente, protesta contro il destino che ci costringe a vivere in un modo diverso da quello che giustamente Marco Revelli ha definito "il diritto al proprio personale capriccio".
Dobbiamo essere consapevoli che la destra sta mordendo per riuscire a tenere assieme "popolo" e "folla" e farne genericamente "la gente" come piedistallo per correre pericolose avventure.
Nel 1945, al primo consiglio nazionale del PCI nell'Italia riunificata del 25 aprile, Longo disse " al Nord il partito è una "folla". Ebbene fu la capacità di introdurre pedagogia di massa e mediazione politica che fece in modo, tra enormi contraddizioni e difficoltà immense, si riuscisse a creare un popolo. Così fu introdotto nella "nostra" cultura politica il Gramsci del "Principe", delle "casematte", dell'egemonia, dell'intellettuale organico. La via difficile dello studio da coniugare all'agire politico.
L'invito allora, in questo momento così complicato, è quello di ritrovare una soggettività che sappia unire lettura delle contraddizioni sociali, cultura, prospettiva politica per contribuire studiando e agendo a ricostruire un popolo.