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mercoledì 7 luglio 2021

UN RICORDO DI ARTURO SCHWARZ
di Angelo Gaccione

Schwarz firma un libro
(foto: Gaccione)


La notizia della morte del critico e storico dell’arte Arturo Schwarz (ma è stato anche saggista politico, pensatore, editore, e poeta), mi è arrivata da Verona dall’amica Maria Spinelli, non da Milano. Dopo un attimo di sorpresa mi sono detto che era giusto così: Maria, da appassionata d’arte e di poesia quale è, ha sempre nutrito grande ammirazione per Schwarz, e da quello che ho potuto cogliere io, quando Maria ci ha invitati entrambi a Verona al Caffè Liston di Piazza Bra a parlare di poesia, il 16 giugno dell’ormai lontano 2012, e dal magnifico incontro conviviale che ne seguì, gli voleva anche bene. È stato giusto perché negli ultimi mesi con Maria ci siamo preoccupati spesso del silenzio di Schwarz e, dunque, della sua salute. Poiché Arturo abitava a Crocetta, ad una sola fermata di Metropolitana da casa mia (in pratica un minuto in ordine di tempo), sono passato spesso dalla sua abitazione per chiedere informazioni alla portinaia. Non ne sapeva nulla nemmeno lei; io lo credevo a Tel Aviv oppure a Santa Margherita Ligure per via del Covid, ma ho anche immaginato il peggio.


Milano. Spazio Prospettive
Schwarz alla mostra di Max Hamlet
1994

C’ero ripassato meno di due settimane prima della sua morte dalla portineria, perché l’artista salentino Max Hamlet, che mi aveva appena mandato il robusto catalogo della sua recentissima ricca e preziosa mostra, voleva inviargliene una copia e voleva essere certo che fosse a Milano. Schwarz della pittura e scultura di Hamlet ha scritto molte volte, e sono tante le foto che li ritraggono insieme. Diversi sono anche i ritratti che Hamlet gli ha dedicato. I lettori di “Odissea” sanno che Schwarz vi ha tenuto una rubrica per anni e ci ha raccontato i suoi incontri con i grandi artisti surrealisti; molti sono stati suoi amici e di quasi tutti ha esposto le opere a Milano nella galleria che portava il suo nome. Con me era molto affettuoso e me lo ha dimostrato in diverse occasioni. Un tardo pomeriggio venne ad un incontro alla biblioteca di Corso di Porta Vigentina, inaspettato, e fu per tutti una piacevole sorpresa. Si parlava di un mio libro e lui espresse giudizi di stima e si profuse in elogi fin troppo esagerati nei miei confronti. “Ti vuole molto bene e si vede” mi disse Francesco Piscitello, il dottor sottile di “Odissea”, alla fine dell’incontro. 


Schwarz con Gaccione

Nella sua incredibile, ricca casa-museo, sono stato molte volte. Di essa ho anche parlato su “Rivista A” in un articolo che  apprezzò molto. Su quella rivista lui aveva scritto spesso ed era rimasto un affezionato abbonato. Un pomeriggio ho condotto da lui il fotografo romano Dino Ignani, il fotografo dei letterati, che era venuto a Milano per fotografare alcuni di noi. Aveva espresso il desiderio di potergli fare delle foto e così lo accompagnai. Gliene fece di bellissime. Anni dopo gliene feci alcune anche io che ancora conservo e che ho in varie occasioni pubblicate. A casa sua ho fotografato anche un esemplare della scacchiera di Duchamp su cui aveva giocato a scacchi con l’artista. Se si fosse potuta vendere ad un collezionista facoltoso, assieme ad altre opere della sua nutritissima collezione, avrebbe dato un aiuto alle casse cronicamente vuote di “Odissea” a cui teneva moltissimo. Delle email che ci siamo scambiati in quel periodo, ne conservo una in cui definisce molto bello l’editoriale di prima pagina che avevo preparato per il numero del giornale. In quello scritto facevo l’elogio della perentorietà del monosillabo No! e di tutte le sue implicazioni: morali, politiche, e così via. Fra le immagini che illustravano l’articolo avevo riprodotto il gigantesco No che campeggiava in un quadro della sua collezione personale che mi mostrò e mi fece fotografare. Durante quell’incontro a casa sua lui aveva definito la parola no come
la più fertile che ci sia”. 


Schwarz con Maria Spinelli

Di Schwarz potrei raccontare per ore e non la finirei più. Alcuni conoscono la lunga e articolata conversazione racchiusa nel mio volume: Milano. La città e la memoria, in cui la sua voce è accanto a quella di alcuni dei più importanti uomini di cultura della città, e non aggiungo altro. Ma almeno la bella esperienza che ci ha visti impegnati nella realizzazione del suo libro di poesia: Potente come l’acqua è il mio amore, pubblicato nella Collana Biblioteca di Odissea con i magnifici disegni di Giacinto Ferraro e di cui scelsi il titolo e scrissi anche la noticina per la quarta di copertina, non posso tacerla. Presentammo quel libro in molti luoghi, fra cui la Casa della Cultura di Milano dove arrivò un pubblico straripante, e dove incontrai amici che venivano anche da lontano e che non vedevo da tempo. C’era un parterre prestigioso ed era stata l’attrice Franca Nuti del Piccolo Teatro di Milano a leggere una selezione dei testi del libro. Fu una serata memorabile. 


Casa della Cultura a Milano. Schwarz
con Linda, Gaccione, i pittori
Ferraro e De Vincenti.
i poeti Ravizza e Azzola,
gli amici Talarico e Lanza
(Foto: Luisa Lanza) 
                                    
Ora il vecchio leone se n’è andato per sempre. Se n’è andato il 23 giugno scorso all’età di 97 anni che aveva compiuto il 2 febbraio. Non so se la sua scomparsa “è la fine di un’epoca” come ha scritto un organo di stampa sulla Rete. Di sicuro la cultura internazionale perde un’altra figura di prestigio. Incarcerato, torturato e poi espulso dall’Egitto per le sue idee sovversive, era nato ad Alessandria nel 1924, alle sue idee è rimasto sempre fedele. Come pochi. E a noi mancherà molto.


IN MEMORIA:


La copertina del libro disegnata
da Giacinto Ferraro


Schwarz al computer nella sua casa
(31 marzo 2012) Foto: Gaccione



Arturo a pugno chiuso a Catania
con Linda.