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mercoledì 11 agosto 2021

ADDIO A LORENZA FRANCO
di Angelo Gaccione

Lorenza legge versi 
al Circolo Candide
 
La poetessa e traduttrice si è spenta questa mattina a Milano.
 
Mia mamma è mancata ora, alle 3,30, mi ha telefonato il dr Tombetti dall’ospedale”. Il messaggio del figlio Giovanni mi è arrivato sul telefonino alle 3,40, dieci minuti dopo in cui la poetessa e traduttrice Lorenza Franco aveva concluso la sua vita terrena. Alle 21,25 Giovanni Bonomo mi aveva inviato un messaggio di speranza: “Oggi 10 agosto, è la notte di San Lorenzo, la notte delle stelle. Gli amici buddisti esprimano il desiderio che mia mamma Lorenza ritorni tra noi sana e salva recitando Nam Myho Renghe Kyo. A livello energetico funziona, la fisica dei quanti ci dice che siamo tutti interconnessi, grazie. La scienza incontra lo spirito”. Nell’ora in cui Giovanni mi inviava questo secondo messaggio, stavo guardando in televisione, pur con le difficoltà del mio occhio malandato, proprio il film dei fratelli Taviani: La notte di San Lorenzo, e qualche ora prima avevo scritto una piccolissima riflessione su quella parola che pronunciamo tutti e di continuo: speriamo. Non sono buddista e non mi sono unito alla preghiera, ma con Mirella abbiamo ricordato Lorenza e ci siamo ripetuti la voce verbale speriamo, speriamo che ce la faccia. E invece Lorenza ci ha lasciati spegnendosi all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano dove il figlio Giovanni l’aveva fatta ricoverare da qualche giorno. 


Lorenza con Gaccione
2016

Se n’è andata alla soglia dei novant’anni, dopo una vita piena di soddisfazioni ma anche di amarezze, come capita ad ogni essere umano. Giovanni se ne è preso cura in maniera davvero encomiabile e con una devozione rara. Regina del Salotto Letterario Candide, Lorenza faceva sentire la sua presenza e la sua forte personalità a tutti noi che quel Salotto frequentavamo. Poetessa raffinatissima e colta era ammirata da personalità come Giuseppe Pontiggia, Ezio Raimondi e tanti altri. La sua poesia ricca di pensiero filosofico, rimandi biblici, postulati scientifici, impregnata di cultura classica, era sempre piena di note esplicative perché erano necessarie, (e non solo per i lettori meno provveduti), irriverente fino ai limiti della provocazione, non poteva lasciare indifferente. Non si è mai fatta sedurre dalle mode e ha continuato imperterrita e coerente per la sua strada facendo dell’endecasillabo la sua cifra e la sua musicalità. 



Sono stato fra i presentatori dei suoi numerosi libri, e sono stato suo editore. Ricordo uno stimolante incontro-dibattito a Rimini presso la sede dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, dove andammo a presentare La tristezza di Satana; ricordo gli incontri presso l’Associazione Giordano Bruno di Milano, quelle nelle tante librerie e circoli dove leggeva le sue poesie sulle donne, dove il suo cofanetto col suo trittico furoreggiava. E mai che arretrava di un millimetro quando si trattava di laicità, ateismo, violenza religiosa. Lorenza è stata una donna con una grandissima apertura mentale, ed era per tutti noi una presenza indispensabile.



Il cofanetto con la trilogia




Lorenza al centro
col figlio Giovanni (a sinistra)
e Gaccione (a destra)

 
Lorenza con un gruppo di amici
di "Odissea"