IL PAPA E LA GLOBALIZZAZIONE di Vincenzo Valtriani
Riflessioni sul libro Movimientos popolares. In questo libro, frutto delle
richieste che sono quelle, dei lavoratori precari, famiglie senza tetto,
contadini senza terra, ambulanti, lavatori di vetri ai semafori, artigiani di
strada, rappresentanti del mondo dei poveri, gli esclusi,tutti quegli che non hanno diritti, Papa
Francesco nella presentazione di questo lavoro fa una grande accusa ai grandi
dirigenti, le grandi potenze, e la élite che domina il mercato globale. Questo popolo, Los Movimientos Popolares,dice Francesco,
che è stato definito “poeta sociale” formato da uomini della periferia,si è posto al centro di un risveglio facendo
sentire la sua voce. Con il suo bagaglio di lotte diseguali, e il sogno di
resistenza, è uscito alla luce e si è posto alla presenza di Dio, della chiesa
e dei popoli. Una realtà molte volte ignorata che grazie al protagonismo e alla
tenacia è diventata una testimone di una sofferenza derivata, dalla
ingiustizia, dalla privazione e ha trovato il coraggio, come Gesù, docile e
umile di cuore, di ribellarsi, in maniera pacifica, “a manos desnuda”, contro
di loro. I poveri diventano, scrive il Pontefice, non solo i destinatari delle
preoccupazioni della chiesa ma ne sono la parte attiva anelando a un “viver
bien” e non a una “buena vida” che è una forma egoistica di concepire la vita.
Nel vivere bene prevale la solidarietà e la chiesa ha scelto di accompagnarli
in questo percorso. Questa rete di movimenti transnazionali, transculturali di
diverse culture religiose, rappresenta una realtà storica tangibile in un mondo
poliedrico fondato da un incontro di diverso paradigma sociale, e nella cultura
dell’incontro che vede nell’altro il diverso in sé. In questo testo c’è un
continuo richiamo a chi dirige il destino di questo mondo ad attuare una
politica più umana, più giusta e a mitigare le condizioni ostili dei poveri che
vivono su questa terra.
Los Movimentos Populares rappresenta una grande alternativa sociale, un grido
profondo, un segno di contraddizione, una speranza che tutto può cambiare. Il
suo desiderio è quello di non uniformarsi alla tirannia del denaro ma con il
suo esempio, con la sua sofferenza si può resistere e attuare con coraggio un
nuovo pensiero di vita. Questo movimento è una luce di speranza nell’oscurità
della notte. C’è un pensiero inedito nella storia dell’umanità che descrive
attraverso un’espressione sintetica: “màs que como un època de cambio, como un
cambio de època” che bisogna far nostro. Invece oggi c’è una crisi della
democrazia liberale conseguenza della trasformazione umana e antropologica scaturita
dalla globalizzazione dell’indifferenza, dice il Santo Pontefice che ha
generato un nuovo: idolo la cultura del disprezzo favorendo l’uso delle armi
che un noto storico ha definito “la etad de la rabia.” La paura è il mezzo con
cui si manipola il cammino della civiltà, l’agente creatore della xenofobia e
del razzismo ormai esteso anche nel civile mondo occidentale. Los Movimientos
Populares, possono rappresentare una fonte di energia popolare per far
rinascere la nostra democrazia che oggi si presenta, claudicante e minacciata.
Una riserva di “pasiòn cìvil” capace di rigenerare una nuova via di
aggregazione sociale, che affronti la solitudine mostrando una coscienza più
positiva dell’altra. Un antidoto al populismo e alla politica spettacolo che
riesca a creare la speranza, attraverso la sua lotta, la sua esperienza e la
sua organizzazione di cittadini, che un nuovo mondo è possibile dove viene
annullata l’oscurità dell’esclusione ove “crecèran àrboles grandes,
surgirìanbosques tupidos de esperanza
par oxigenar esto mundo”. Il Movimiento Populare come la forza del nostro, sia
la risposta alla cultura dell’io, che mira solamente a soddisfare il proprio
interesse prospettando invece il sogno di un mondo più umano e diverso.
L’aumento della disuguaglianza, globalizzata e
trasversale, non si presenta solo come economica ma sociale, cognitiva,
relazionale e intergenerazionale e sarà la sfida più grave con la quale
l’umanità dovrà misurarsi nei prossimi anni. Un’economia più di sfruttamento
che etica, privilegiando l’interesse e la competenza, provocando un accumulo di
ricchezza e di potere a chi già le possiede lasciando, così, fuori dalla porta
milioni di uomini e di donne. L’oggi per questi esseri è una condanna alla
povertà, alla privazione, alla mancanza di lavoro ma soprattutto alla mancanza
del domani. Un inferno al quale dobbiamo porre fine, invoca Francesco. In
questa via il Movimientos Popolares rappresenta una resistenza attiva e
popolare a questo sistema che esclude e degrada, un sistema idrolitico che
trova le sue radici nella rivalità, nell’invidia, nell’oppressione che non sono
fattori di crescita, a cui bisogna invece contrapporre la concordia, la
gratitudine e l’uguaglianza che sono fattori di crescita. Il diritto alle tre
“T” sottolinea il Pontefice: techo, trabaco, tierra che sono i fattori
fondamentali all’esistenza, rappresentano il prerequisito indispensabile alla
democrazia non solo formale ma reale nella quale tutti gli uomini,
indipendentemente dal suo reddito o della sua posizione nella scala sociale,
sono protagonisti attivi, attori responsabili del proprio destino. Senza
partecipazione la democrazia si atrofizza, si trasforma in una formalità perché
lascia fuori il popolo dal proprio destino.
Per la dottrina sociale della Chiesa le tre” T” dovranno
diventare un diritto sacro. Negli ultimi anni è cambiato il concetto del lavoro
e non è molto chiaro, c’è la convinzione da tempo che in un mondo
postindustriale che non c’è futuro per una società nella quale solamente esiste
“il dar para tener” o “il dar por deber”. Los Movimientos Popolares rappresentano la via di uscita,
testimonianza concreta che è possibile contrastare la cultura del rifiuto che
considera gli uomini, le donne, i bambini, gli anziani come inutili e spesse
volte dannosi nel processo produttivo, con una nuova forma di lavoro basata
sulla solidarietà e la dimensione comunitaria in una economia artigianale e
popolare. Los Movimientos Popolares hanno il diritto di alzare la
voce, anche se umile, per reclamare un salario degno per la sicurezza sociale,
e di una copertura pensionistica. In una fase di disorientamento e di paralisi,
los Movimientos Popolares può vincere la politica dei falsi profeti che
sfruttano la paura e la disperazione e che predicano il benessere egoista e una
sicurezza illusoria. Francesco conclude questa sua presentazione del libro con
la speranza di un nuovo umanismo che ponga fine all’analfabetismo,
all’ingiustizia, allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. È una presentazione la Sua, in cui mette in primo piano
la causa che procura tanto disagio all’umanità la disuguaglianza derivata dalla
povertà. In un mondo in cui un terzo dell’umanità è privo delle necessità
fondamentali per vivere, l’acqua, il lavoro, la casa, la salute, il cibo,
l’istruzione, la libertà, la impossibilita di costruire il proprio futuro, io
trovo anacronistico parlare di macroeconomia, una disciplina per pochi eletti
ma che governano il mondo,che poi è
finanza spietata che serve ad arricchire sempre di più chi è già ricco e
impoverire maggiormente chi non ha nulla, l’alta finanza riesce a fare anche
questo, e non parlare del “piccolo è bello” della “decrescita felice”, fattore
economico che va verso la soddisfazione delle cose più semplici dell’esistenza:
l’amore, la felicità, il sorriso, l’amicizia, la solidarietà che sono frutto di
una vita semplice ma degna di essere vissuta. Il gigantismo di cui la
macroeconomia, basata sul liberalismo più sfrenato, è la sua massima
espressione che serve a soddisfare ulteriormente le esigenze di chi ha già
tutto, mentre il piccolo è bello, va verso le necessità di chi ha poco o nulla.
Bisogna dire No a questa globalizzazione che è riuscita solamente a universale
la povertà, per esigere l’altra che ha come scopo, come dice Papa Francesco,
l’universalità del “viver bien” che non è un precetto cristiano ma di tutta
l’umanità.