LUTTI NOSTRI
di
Ettore Buccianti
La scomparsa a Milano di Paolo Maria Di Stefano
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Paolo Maria Di Stefano |
Paolo
Maria Di Stefano, “il Gentiluomo”, come lo chiamavo io per i suoi baciamano
d’altri tempi, la sua signorilità, la sua classe, si è spento giovedì 23
settembre al Policlinico di Milano, città dove aveva a lungo vissuto, nella sua
casa di via Verdi difronte al Teatro alla Scala. Il giorno prima io mi ero
operato all’occhio destro, ed ero praticamente “fuori gioco”. Paolo era nato a
Reggio Emilia il 13 novembre del 1936, ma aveva studiato a Perugia dove si era
laureato in giurisprudenza col massimo dei voti. A Perugia, il capoluogo umbro
dove sarà seppellito, si era trasferito con la famiglia per seguire il padre
magistrato, e ne aveva conservato l’accento. Saggista, narratore, amante della
fotografia e autore di ottimi versi, di lui mi piaceva fondamentalmente la sua
sottile e bonaria ironia. Avremmo dovuto fare ancora tante cose insieme, ma il
Covid si è messo di traverso. Ci ha impedito più volte, e per lui era un
impegno d’onore, vederci con le rispettive signore, la mia e la sua carissima
Liana Macoggi, figlia del noto pianista, perché c’erano delle crêpes in sospeso
che ci aspettavano. E ci ha impedito di fare un incontro a Santa Margherita
Ligure su uno dei suoi ultimi libri. Aveva perso la sua unica e promettente
figlia giovanissima, con la quale mantenne per tutta la vita un dialogo così
intenso, che io stesso mi ero convinto che davvero lo spirito di Alessandra
aleggiasse attorno a lui e a Liana. Anche per questa dolorosa fedeltà Paolo e
Liana mi sono cari. [Angelo Gaccione]
Milano.
La scomparsa improvvisa di Paolo Maria Di Stefano lascia gli amici addolorati
per la perdita di una persona di grande cultura e sensibilità. I lettori di
“ODISSEA” hanno più volte incontrato la sua firma su articoli stimolanti e mai
banali. Era un polemista, ma con garbo: difendeva le sue idee cercando il
sostegno di argomentazioni valide e rinunciando a scontri dialettici
improduttivi. I temi erano trattati da Paolo in profondità con l’aggiunta di
arguzia ed il ricorso ad elementi documentali che traeva dalla vastità delle
sue conoscenze.
Paolo
è professionalmente nato come uomo d’azienda ed ha ricoperto importanti
incarichi nel settore della comunicazione, per poi passare ad approfondire lo studio delle tematiche di Marketing con la pubblicazione di numerosi libri e
l’insegnamento in varie Università. Aveva cercato di utilizzare le tecniche di
marketing anche nel settore politico con grande innovazione e intraprendenza.
Sono da ricordare anche i suoi articoli per la rivista on line “Storia in
network” che trattavano argomenti di storia contemporanea con rara competenza
ed imparzialità.
Primeggiava
tra i suoi interessi la fotografia, con immagini raffinate e molto pittoriche.
I suoi libri erano sempre dedicati alla memoria di Alessandra, la figlia unica
prematuramente scomparsa a soli 27 anni. La ragazza si era brillantemente
laureata in architettura svolgendo una tesi sul tema costruttivo del “ponte”.
Un argomento che sarebbe, poi, diventato d’attualità con la vicenda del ponte
Morandi, ma il termine ha anche un significato allegorico di unione tra mondi e
persone. Paolo non aveva mai rinunciato a mantenere vivo il ricordo di questo
ponte ideale con Alessandra. Anche noi vogliamo che il ponte ci tenga in
collegamento con Paolo e continueremo a ricordarlo con il più grande affetto.