LA POESIA DI CONSONNI
di Vanni Pierini
Giancarlo Consonni
La grazia dello stile e le verità del cuore.
Il titolo Pinoli; la poesia scelta per la
prima pagina (Peso), di quattro brevi versi, niente aggettivi e tre punti
interrogativi); la perentoria chiusa affidata alla presentazione della quarta
di copertina (...) L'opera della maturità di un autore che, dimessamente
come è sua indole, è ormai entrato a buon diritto nel canone della
migliore poesia italiana). Così si presentano gli indizi esteriori della
recentissima raccolta einaudiana del poeta Giancarlo Consonni.
Dopo
aver terminato la seconda lettura (più attenta ma non meno partecipe della
prima, anzi) posso solo, qui, limitarmi a indicare qualche traccia e
caratteristica, qualche esempio eclatante dello stato di grazia in cui
(nonostante si intuisca un tempo lungo e 'distillato' utilizzato per
raggiungere la straordinaria espressività di ogni singolo componimento) appare
scritto e compilato l'intero compatto, densissimo libretto.
Fanno
da sfondo ai versi: a) il silenzio da cui si staccano quasi per necessità suoni
e pensieri trattenuti, appena sbozzati, che subito senti come definitivi, aerei
e al tempo stesso concreti, antilirici ma egualmente emozionanti.; b) il
creato, con i suoi nomi precisi (e così 'lombardi') di luoghi e specie; c) le
memorie, come istanti risorgenti dal flusso di un lontano quotidiano, ma di
nuovo vettori potenti di sentimento e ragione, di omaggio e compassione, di
solitudine e amor del prossimo, di evocazione e di attesa.
Il
componimento che, per finire, rubo dal volumetto e vi sottopongo a mo’
d’esempio è quello che mi ha fatto venire un groppo in gola e che gli invidio.
Giancarlo Consonni Farfalla, 1983 |