Confronti DRAGHI AL QUIRINALE? di Franco Continolo
Mario Draghi
«Non è la formula politica che determina
il modo di formazione della classe politica, ma al contrario è questa che
sempre adotta quella formula che più le conviene». «In ogni governo regolarmente
costituito la distribuzione di fatto dei poteri politici non è sempre d’accordo
con quella di diritto». Queste lapidarie affermazioni di Gaetano Mosca, il
Machiavelli del XX secolo, tratte dall’opera Elementi di scienza
politica, suonano sapienti in prossimità dell’incerta elezione del
presidente della Repubblica – un’elezione che suscita la giusta preoccupazione
di Besostri*, il quale teme l’instaurarsi di un regime semi-presidenziale con
Draghi al Quirinale e un ragioniere (senza offesa) a Palazzo Chigi. Si
tratterebbe infatti di un ribaltamento della Costituzione. Ma questa non è da
oggi che è minacciata da rivolgimenti. La storia è raccontata da Marzio Breda,
ex quirinalista del Corriere della Sera, in un libro appena uscito. Secondo
l’autore, i due presidenti che più hanno fatto discutere per le loro iniziative
sono stati il lunatico Cossiga e Napolitano; il protagonismo di Scalfaro è
invece spiegabile con il tentativo di contenere l’invadenza di Berlusconi. Ma
anche il pacifico Mattarella, secondo Breda è stato protagonista. Il giudizio
di Besostri è più severo: non gli si può dare torto – dove sta scritto infatti
che (quasi) ogni volta che parla, il presidente debba ribadire la fedeltà
alle alleanze? Le decisioni sulla pace e sulla guerra non competono forse
al governo e al parlamento? Ma se anche il presidente avesse voce in capitolo,
suo dovere primario non dovrebbe essere quello di difendere la sovranità del
paese? Sono ormai ottant’anni che abbiamo gli americani in casa, prima come
liberatori, poi come baluardo al comunismo, e ora non si capisce a far ché, ma
nessun presidente ha mai obiettato. Davvero essi pensano – hanno pensato – che
si tratti di una presenza ininfluente sulla sovranità? Uno che se ne intende,
nonostante le apparenze, è Blinken, il segretario di Stato, il quale nella
conferenza stampa linkata ieri, rivolgendosi ai kazaki, li ha avvertiti che i
russi quando entrano in un paese non vanno più via. Ecco, Blinken può
essere la persona competente, dalla quale farci spiegare perché gli americani
non se ne siano ancora andati. *Vedi
articolo su Odissea di ieri lunedì 10 gennaio 2022 https://libertariam.blogspot.com/2022/01/considerazioni-sul-presidenzialismo.html