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martedì 11 gennaio 2022

Confronti
DRAGHI AL QUIRINALE?
di Franco Continolo

Mario Draghi

«Non è la formula politica che determina il modo di formazione della classe politica, ma al contrario è questa che sempre adotta quella formula che più le conviene». «In ogni governo regolarmente costituito la distribuzione di fatto dei poteri politici non è sempre d’accordo con quella di diritto». Queste lapidarie affermazioni di Gaetano Mosca, il Machiavelli del XX secolo, tratte dall’opera Elementi di scienza politica, suonano sapienti in prossimità dell’incerta elezione del presidente della Repubblica – un’elezione che suscita la giusta preoccupazione di Besostri*, il quale teme l’instaurarsi di un regime semi-presidenziale con Draghi al Quirinale e un ragioniere (senza offesa) a Palazzo Chigi. Si tratterebbe infatti di un ribaltamento della Costituzione. Ma questa non è da oggi che è minacciata da rivolgimenti. La storia è raccontata da Marzio Breda, ex quirinalista del Corriere della Sera, in un libro appena uscito. Secondo l’autore, i due presidenti che più hanno fatto discutere per le loro iniziative sono stati il lunatico Cossiga e Napolitano; il protagonismo di Scalfaro è invece spiegabile con il tentativo di contenere l’invadenza di Berlusconi. Ma anche il pacifico Mattarella, secondo Breda è stato protagonista. Il giudizio di Besostri è più severo: non gli si può dare torto – dove sta scritto infatti che (quasi) ogni volta che parla, il presidente debba ribadire la fedeltà alle alleanze? Le decisioni sulla pace e sulla guerra non competono forse al governo e al parlamento? Ma se anche il presidente avesse voce in capitolo, suo dovere primario non dovrebbe essere quello di difendere la sovranità del paese? Sono ormai ottant’anni che abbiamo gli americani in casa, prima come liberatori, poi come baluardo al comunismo, e ora non si capisce a far ché, ma nessun presidente ha mai obiettato. Davvero essi pensano – hanno pensato – che si tratti di una presenza ininfluente sulla sovranità? Uno che se ne intende, nonostante le apparenze, è Blinken, il segretario di Stato, il quale nella conferenza stampa linkata ieri, rivolgendosi ai kazaki, li ha avvertiti che i russi quando entrano in un paese non vanno più via. Ecco, Blinken può essere la persona competente, dalla quale farci spiegare perché gli americani non se ne siano ancora andati.  
 
*Vedi articolo su Odissea di ieri lunedì 10 gennaio 2022
https://libertariam.blogspot.com/2022/01/considerazioni-sul-presidenzialismo.html