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giovedì 27 gennaio 2022

SPIGOLATURE
di Angelo Gaccione

Chiesa Rossa
 
Sconcertati…
 
Domenica scorsa mi sono recato, assieme all’amico Giuseppe Bruzzone, alla Chiesa Rossa di via Montegani (angolo via Neera) che dista pochi metri dalla fermata della linea Verde del metrò di Piazzale Abbiategrasso. A Milano la chiesa è molto più nota con questo appellativo che non quello di Santa Maria dell’Annunciata. Dovevamo assistere ad un concerto per la rassegna “Cantibus organis” che si svolge in una serie di chiese. Purtroppo siamo rimasti delusi perché il programma prevedeva musiche di Bach e Buxtehude e per arrivarci avevamo sfidato una giornata freddissima che non invogliava molto alle uscite, il Covid, la distanza non proprio a portata di mano, ed eravamo saliti su ben tre linee metropolitane. La delusione si riferisce al fatto che non abbiamo assistito ad alcun concerto. Pare che l’organista si fosse ammalato il giorno stesso e dunque era stato tutto sospeso. Ovviamente non c’era alcuna indicazione in tal senso sulla porta della chiesa, né un “cane” (in senso figurato) che ti avvisasse. Forse un cane in chiesa non ci sta bene: trovarsi come un cane in chiesa si dice infatti quando si vuole significare che ci si sente estranei in un luogo, fuori posto, imbarazzati o anche non proprio bene accolti. Un tempo lo scaccino stava attento a che non entrassero in chiesa né cani né vagabondi; le cose devono essere cambiate perché di recente mi è capitato di assistere ad un funerale nella chiesa di Sant’Andrea vicino casa mia, e ho notato un signore che con molta tranquillità ne esibiva uno neppure tanto piccolo.



Ero riuscito a raccogliere la notizia della sospensione del concerto da un appassionato di musica come me, e come me deluso. Non c’era nulla da fare, eravamo rimasti senza concerto: sconcertati, per dir così. In realtà in lingua italiana sconcertati ha un significato diverso, ma a me e al mio amico, che ha anch’egli una discreta dose di ironia, il termine sconcertati – per significare che eravamo rimasti senza concerto – ci è piaciuto subito e molto, e ci siamo divertiti durante il percorso di ritorno a scherzare sulla parola con diverse sfumature. In fondo è stato un modo per prendere tutto con leggera ironia e superare la delusione patita. Che fosse stato il Covid a sconcertarci vigliaccamente? Speravamo di no e abbiamo augurato all’organista una semplice passeggera indisposizione. Sconcertati eravamo comunque stati: se il concerto si era tramutato in sconcerto, cioè in assenza di concerto, qualcuno aveva dovuto tramare a nostro danno. Virus, fatalità, o altro accidente imprevedibile, pur sempre di sconcerto si è trattato. Di tutt’altro segno invece lo sconcerto che si leggeva sui volti dei melomani ritardatari, nel trovare una chiesa completamente silenziosa e vuota.