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domenica 3 aprile 2022

ORAZIONE FUNEBRE PER GILDA   

 
Gilda
 
Potrei semplicemente dire: mia mamma, la migliore del mondo. Tuttavia c’è un termine che, in particolare, rispecchia per me ciò che Gilda è stata. È la parola cosmo. Il vocabolo viene dal greco antico e significa “Universo ordinato”. Questa donna-angelo danzava infatti al ritmo di Madre Natura, ne conosceva i più intimi segreti, li custodiva in sé.
Nobiltà d’animo e innata saggezza alimentavano il sacro fuoco della sua esistenza.
Il divenire bussava alla porta, e, lo accoglieva senza protestare né imprecare, anche quando portava disgrazie. Con estrema compostezza accettava i severi verdetti del destino: veniva sommersa un attimo dallonda, poi ne riemergeva più forte e dolce. Da perfetta alchimista della sofferenza, tramutava la pietra dura e nera del dolore in ali di sogni e sorrisi, per donarli a piene mani a chi aveva la fortuna di viverle accanto. La sua generosità era quella di una prorompente soave primavera, perciò amava tanto i fiori. Non si è mai lamentata di nulla e si preoccupava invece per tutti. Con lei non c’era bisogno di chiedere o spiegare. Era immersa in una nube di empatia, tanti fili sottili e misteriosi la legavano ai propri simili. Intuiva sempre i desideri dell’altro. E si sforzava di esaudirli.
La sua ironia stemperava le nostre tribolazioni.
In lei un granitico senso del dovere si coniugava alla vocazione di fabbricare lieti indelebili ricordi, ben consapevole che occorre un po’ di spensieratezza ad alleviare il tragico peso della condizione umana.
Fino all’ultimo ha nutrito una fede incrollabile nella famiglia, sebbene le avversità ne avessero dilaniato il nucleo.
Infaticabile vestale della tradizione, pulsava per noi, anche nei giorni più bui, Sole e cuore da cui si irradiavano energia, consolazione e luce.
Ha tanto amato la mutevolezza del mare, le acque turchesi, i limpidi orizzonti. Ma non ci ha mai svelato le insondabili profondità del suo animo. Noi però potevamo leggerle nel suo sguardo.
Ora nuoterà serena fra i flutti dell’eterno.
 
Lidia Sella