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mercoledì 29 giugno 2022

DANTE E L’UNIVERSO FEMMINILE
di Laura Margherita Volante
 
 
 
In questo periodo molto complesso e non privo di contraddizioni, per il passaggio epocale dinamico e di dimensione platanaria, i cui cardini sono il contesto e la cultura fra senso di appartenenza e comunità mondiale, Dante suscita da sempre curiosità e suggestione nell’immaginario collettivo per il sommo poeta, in occasione del VII centenario della morte. Il sottotitolo: “Dante ad continuum e l’universo femminile”, vuole significare la vitalità prorompente che l’Alighieri ha, senza spazio e senza tempo, per la dimensione dell’Amore nell’evoluzione personale, il cui ciclo poetico si risolve nella Vita Nova con Beatrice, la donna amata.  Infatti, la donna attraverso i secoli, i cui simboli sono le rappresentazioni vitali dei geni dalla Letteratura all’Arte visiva, è di attualità vigorosa con Beatrice fino a Monna Lisa e non solo.
Le figure femminili all'interno dell'opera di Dante sono innumerevoli e pur nella varietà dei soggetti, sono sempre legate al concetto di Amore in tutte le sue sfaccettature.
Amor Sacro e Amor Profano da Beatrice a Francesca da Rimini. Parlando di donne, Dante non perde occasione di narrarne sia il sentimento platonico e puro sia quello passionale e sessuale, in tutte le sue forme ed espressioni, in una ricerca di unità e unicità. La donna, sempre uguale a sé stessa, attraversa secoli di cambiamenti, trovandosi idealizzata o disprezzata. Maria o Maddalena. Cambia il contesto, cambia la cultura, ma Lei è adorata o torturata fino ad arrivare ai femminicidi. L’Amore tormentato passa dall’Inferno al Paradiso ed è sempre un inferno o paradiso deciso dalla dimensione culturale, gestita dai maschi o uomini. Donne e la famiglia, donne e il lavoro, donne e i figli, arma spesso di ricatto e ritorsioni fino alla sindrome di Stoccolma o di Medea. Ecco che si percepisce la continuità del tema dantesco, dove il tempo scorre senza scorrere, dove lo spazio è ovunque in una ricerca di sublimazione infinita.
Ecco che Beatrice rappresenta il miracolo dell’amore eterno, non c’è vita ma neppure morte. Lei è.
“Nel sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare”, Dante dice che Beatrice par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare.
Oggi le donne sono un po’ Beatrice un po’ Francesca in una sorta di borderline, in questa ansia di amore sublime del sogno e amore romantico, passionale, che si fa geisha pur di sentirsi amata, e così non è, ma solo apparenza trasparente, nel continuo dinamismo di un labirinto di specchi, dove non c’è il filo d’Arianna per uscire libera farfalla.
Dante per raggiungere Beatrice scrive il suo viaggio di purificazione passando dall’Inferno al Purgatorio e infine al Paradiso.
L’ascesa in paradiso avviene attraverso la luce del sole che Dante vede attraverso gli occhi di Beatrice, la donna ideale, nella sua maturazione animica. Qui si realizza il superamento tra la divinità e l'amante, oltre in un altrove, proprio perché Beatrice non viene circoscritta in una dimensione terrena, ma come una creatura che trascende la sua stessa collocazione, in cui si riflette la bellezza del Creatore e che conduce alla fonte dell’Amore, quella fonte dove non ci si disseta mai abbastanza. Grazie alla bellezza divina riflessa in lei, si avvia la salita paradisiaca di Dante. E così si compie il sogno di ogni donna perdendosi nell’Amore assoluto, fra illusione e inganno.