L’ IMBECILLE CAMPA DI PIÙ E VIVE MEGLIO di
Angelo Gaccione
Pino Aprile
Il
nuovo libro dell’autore di Terroni e Giù al Sud. Se ritenete una tesi ardita quella
che Pino Aprile svolge (e dimostra) nel suo saggio Il nuovo elogio degli
imbecilli conoscete poco i vostri simili, voi stessi, la burocrazia, le
consorterie, gli apparati pubblici, quelli di potere, quelli governativi, quelli
associazionistici e quelli di ogni genere e finalità. Quante volte siamo
rimasti a bocca aperta davanti a comportamenti che riteniamo assurdi ma che
sono più specificatamente stupidi? E quante volte ci accade guardando programmi
televisivi, vedendo in circolazione ambosessi fra i più balzani, o ascoltando
ragionamenti che con la ragione non hanno alcuna attinenza? “Ragionamenti da svizzeri”
li definirebbe un mio conoscente tutt’altro che xenofobo, ma gli italiani non
sono da meno quanto a ragionamenti imbecilli. George Bernard Shaw ha bollato i suoi
connazionali con questa impietosa frase: “È impossibile per un inglese
aprire bocca senza che un altro inglese ne resti disgustato”. Come Pino Aprile
sono arciconvinto, e da tempo, che non è l’uomo che si evolve, ma la sua
stupidità. Prove ne abbiamo a dismisura quotidianamente. Un tempo lontanissimo
trovandomi su un treno che andava a Salisburgo presi a conversare con un
signore colto e distinto. Mi disse che aveva dovuto cambiare scompartimento
perché c’era un fumatore incallito che lo stava intossicando. Con qualche
difficoltà lo aveva convinto ad aprire il finestrino, ma un vento maligno li
obbligò a serrarlo subito. O intossicarsi o sorbirsi l’assalto di un vento
tagliente e fastidioso. Alle sue lamentele avevo più o meno risposto di avere
scarsa fiducia nei bipedi e che ero certo che il processo dal gorilla all’uomo
si era interrotto da tempo. “Dall’uomo alla blatta”, gli avevo detto, “pensi
solo alle armi atomiche che abbiamo costruito per annientarci”. Ero giovane e
detestavo guerra e guerrafondai come e più di ora che sto invecchiando. Ero così
convinto dell’involuzione umana e della sua regressione, che ad un nevrotico
guidatore di una moto gigantesca e dal rombo assordante che si era parato in
atto di sfida davanti all’auto del mio amico, colpevole ai suoi occhi di aver
tardato due secondi la partenza allo scatto della luce verde del semaforo,
dissi che era un mezzo coglione. Ebbe a risentirsene, ma eravamo in
quattro nell’auto e lui da solo sulla moto. Si offese, ma non avrebbe dovuto,
per diventare un coglione intero ce ne vuole, e poi tutti sappiamo che la
perfezione non è di questo mondo. La poetessa Lorenza Franco quando ne sentiva
sfrecciare uno a tutto gas con la ruota posteriore della moto impennata in
aria, in precario equilibrio nel traffico assurdo e pericoloso, diceva: “Ecco,
è appena passato un donatore di organi”. Pino aprile nel suo ironico, ma
scientificamente serio volume, ricorre all’etologia, alla biologia, alla
genetica, ai comportamenti della vita sociale che ci fa degli imitatori, dei
replicanti, degli addomesticati, dei conformisti. E la genialità tenderebbe a
sparire perché i condizionamenti agiscono in modo deleterio. Basti dare
un’occhiata alla moda e a come riesce a condizionarci in maniera pervasiva: ci
ha ridotti persino a comprare pantaloni stracciati e pieni di buchi pagandoli
addirittura il doppio. In bilico fra saggio e romanzo, il dialogo epistolare che
Aprile intesse con un non meglio precisato filosofo viennese allievo e amico di
Konrad Lorenz è un’ottima trovata letteraria, per discutere con lui per tutto
il libro le idee che sull’argomento dell’involuzione è andato formulando. Fino
all’incontro fisico in un albergo romano in cui spera di avere dal professore
una parola definitiva sulle sue teorie. Ma… no, dovete leggere il libro,
sarebbe troppo comodo svelarvi il finale. Di certo c’è che la teoria darwiniana
qui è molto presente e a sopravvivere non saranno i più intelligenti o i più
forti, ma solo coloro che sapranno meglio adattarsi. E che cosa meglio della
stupidità sa adattarsi all’andazzo del mondo? Catastrofe ambientale o suicidio
atomico permettendo, ovviamente.
Pino
Aprile Il
nuovo elogio degli imbecilli Libreria
Pienogiorno Ed. 2022 pagg.
192 € 16,90