INCONTRI
Paolo Ferrero
Laura Tussi conversa con Paolo Ferrero. Occorre un
soggetto plurale che si batta contro la guerra e non solo.
Laura Tussi. È necessario costruire un
innovativo soggetto plurale e alternativo al modo di far politica attuale,
assolutamente senza l’accordo con i poteri forti, tra cui banche, fondazioni,
assicurazioni, fondi finanziari e altri. Come?
Paolo Ferrero. Penso che sia assolutamente necessario. Perché noi abbiamo avuto un tempo
in cui in Italia la sinistra e in particolare Rifondazione Comunista erano
stati la speranza del cambiamento. Noi abbiamo fallito sulla vicenda del
governo Prodi e in seguito è stato il Movimento 5 Stelle che in qualche modo ha
impersonato l'idea del cambiamento, ma sono falliti anche loro in modo
drammatico perché il Movimento 5 Stelle aveva un consenso elettorale enorme e
quindi avrebbe effettivamente potuto cambiare le cose e la situazione attuale.
Nessuno attualmente impersona la necessità del cambiamento che invece è più
forte di prima perché la gente sta peggio di prima. E quindi penso che bisogna
aver chiaro che serve un soggetto dell'alternativa in grado di parlare, non su
una base ideologica, non sulla base delle appartenenze di quello che eravamo,
ma a partire dalla soddisfazione dei bisogni sociali. Quindi il problema nostro
è riuscire a entrare in relazione con le domande sociali, soprattutto con
quelle persone che giustamente protestano e si ribellano in nome di cose di
buon senso: ad esempio che vogliono smetterla di regalare i soldi delle loro
tasse per le spese militari che non servono a niente, anzi fanno enormi danni.
Quei fondi vengono letteralmente tolti, sottratti alla sanità pubblica,
all'istruzione, all'assistenza agli anziani, alla spesa per gli asili nido.
Quindi la nostra idea è costruire un'unione popolare. Il nome parla di questo
desiderio, di questa idea. Non ci definiamo su una base ideologica, ma sulla
base dell'utilità sociale affinché le persone invece che essere da sole e
disperate possano trovare un luogo, una comunità, un movimento politico che
faccia valere le loro ragioni per riuscire a vivere perché questo è il
problema. Quindi questa è l'idea e anche la necessità.
Tussi. Occorre un importante
radicamento nella società civile e nelle varie istanze pacifiste. Anche questa
è la nuova entità parlamentare per poter cambiare?
Ferrero. Occorre costruire un importante radicamento nella società a partire dai
bisogni sociali. Occorre organizzare le persone in un movimento politico, a
partire dai comitati sui territori. L'esperienza degli ultimi anni dimostra che
non è sufficiente essere presenti in parlamento per cambiare le cose. Non basta
nemmeno essere presenti nel governo. Per cambiare le cose è necessario un
radicamento sociale, quindi una forza nella società su cui far leva. Se
pensiamo all'Italia, il Partito Comunista, dall'opposizione, ha cambiato molto
di più l'Italia che non noi dal governo. Perché se tu sei forte nella società,
sei in grado di egemonizzare, di spingerti verso la cultura dei rapporti di
forza. E la società nel suo complesso, e quindi noi, dobbiamo costruire un
movimento politico che si ponga l'obiettivo di organizzare le persone, di non
lasciarle da sole ma di costruire quello che giustamente si chiama una
"forza politica". Rompere la solitudine e il senso di impotenza è il
punto fondamentale perché se ci pensate oggi il problema drammatico che le
persone vivono è che tutte provano uno stato di malessere, di spoliazione, di
deprivazione, ma questo non ha delle forme collettive di risposta e di
soluzione. Ognuno è davanti al suo televisore o davanti al computer. Allora il
problema della politica è proprio quello che diceva don Milani, ossia di fronte
a un problema sortirne da soli è l'egoismo, sortirne insieme è la politica.
Abbiamo il problema di rompere questo isolamento, di rompere queste solitudini,
di costruire comunità sui territori e di costruire comunità politica nel paese
dell'Italia: questa è l'idea quindi di radicamento sociale, ma proprio nel
senso della capacità di costruzione di comunità e sui livelli del territorio
per rompere le solitudini, per rompere gli isolamenti che le persone vivono, i
lavoratori vivono, i pensionati vivono, le casalinghe vivono. È necessario
costruire un legame sociale positivo.
Al centro Paolo Ferrero
con Laura Tussi e Cracolici
Tussi. Con l’assemblea tenutasi
a Roma verso l’unione popolare cosa si vuole ottenere?
Ferrero. L'assemblea del 9 luglio a Roma è stata semplicemente un momento di lancio
con molte persone che hanno sottoscritto un appello, promosso l'assemblea e in
qualche modo hanno fatto partire il movimento. Adesso si continuano a
raccogliere le firme sull'appello perché sono molte di più le persone che
vogliono firmare e vogliono promuovere questo movimento e dobbiamo far partire
completamente questa innovativa entità politica. Penso che la strada concreta
saranno tante assemblee in giro per l'Italia e quindi quello che si è fatto a
Roma va riprodotto su scala nazionale andando a discutere in tutte le città, in
tutti i paesi del Paese e mettere insieme tutte quelle persone che sono da sole
a lottare contro la guerra, a lottare contro le ingiustizie, a lottare per
l'ambiente e a fare comunità. Tutto questo significa mettersi insieme in un
percorso che parta dalle istanze sociali fondamentali. Invece di mettere al
centro i profitti e le richieste di pochi, mettiamo al centro il benessere dei
tanti, la redistribuzione della ricchezza, la difesa dell'ambiente. Quindi a
Roma si è promossa la partenza di questo movimento e adesso occorrerà, città
per città, territorio per territorio, costruire nei prossimi mesi questo
movimento politico di massa.
con Laura Tussi e Cracolici