DONAZIONI
di
Angelo Gaccione*
Max Hamlet
"Omaggio alla Biennale di Venezia
Quello delle donazioni di natura
artistico-culturali (si tratti di libri, epistolari, collezioni, quadri,
sculture, oggetti di valore storico, strumenti scientifici, ecc. ecc.) agli
enti pubblici in Italia è un tema doloroso. Non è un caso che molte donazioni
sono finite all’estero dove la sensibilità, la cura e il rispetto per il
patrimonio intellettuale è mille volte più serio dell’oscena retorica del
nostro Paese. Da noi ci si riempie la bocca con le parole bellezza, cultura,
patrimonio storico-artistico-ambientale-paesaggistico, ma non si è capaci
nemmeno di salvaguardare l’iscrizione di una targa murata sulla facciata di un
palazzo. Potrei citare decine di casi di preziose collezioni donate ad enti
pubblici e poi costrette ad essere ritirate dai donatori per la pessima
gestione. Altre sono finite a città e Comuni diversi da quelli di pertinenza a
causa della stupidità e della ignavia di amministratori e assessorati
culturalmente sottozero. La vicenda del pittore e scultore Max Hamlet e dei
rapporti con il Comune di Gallipoli dove è nato o quello di Parabita, non mi scandalizza
affatto. È l’andazzo di un Paese alla deriva dove i governanti sono arrivati al
punto di mettere in vendita pezzi di patrimonio pubblico che dovrebbero
custodire, avendolo ricevuto in consegna dalla storia, come fossero di loro
proprietà. E questo senza che una insurrezione popolare li impicchi sulle
pubbliche piazze. Per quanto mi riguarda sono arrivato alla conclusione che è
meglio dare fuoco ai propri archivi artistico-culturali, piuttosto che farne
dono ai tangheri di certi gestori della Cosa Pubblica.
*scrittore
Max Hamlet "Omaggio alla Biennale di Venezia |