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domenica 28 agosto 2022

DONAZIONI
di Angelo Gaccione*

Max Hamlet
"Omaggio alla Biennale di Venezia
 
Quello delle donazioni di natura artistico-culturali (si tratti di libri, epistolari, collezioni, quadri, sculture, oggetti di valore storico, strumenti scientifici, ecc. ecc.) agli enti pubblici in Italia è un tema doloroso. Non è un caso che molte donazioni sono finite all’estero dove la sensibilità, la cura e il rispetto per il patrimonio intellettuale è mille volte più serio dell’oscena retorica del nostro Paese. Da noi ci si riempie la bocca con le parole bellezza, cultura, patrimonio storico-artistico-ambientale-paesaggistico, ma non si è capaci nemmeno di salvaguardare l’iscrizione di una targa murata sulla facciata di un palazzo. Potrei citare decine di casi di preziose collezioni donate ad enti pubblici e poi costrette ad essere ritirate dai donatori per la pessima gestione. Altre sono finite a città e Comuni diversi da quelli di pertinenza a causa della stupidità e della ignavia di amministratori e assessorati culturalmente sottozero. La vicenda del pittore e scultore Max Hamlet e dei rapporti con il Comune di Gallipoli dove è nato o quello di Parabita, non mi scandalizza affatto. È l’andazzo di un Paese alla deriva dove i governanti sono arrivati al punto di mettere in vendita pezzi di patrimonio pubblico che dovrebbero custodire, avendolo ricevuto in consegna dalla storia, come fossero di loro proprietà. E questo senza che una insurrezione popolare li impicchi sulle pubbliche piazze. Per quanto mi riguarda sono arrivato alla conclusione che è meglio dare fuoco ai propri archivi artistico-culturali, piuttosto che farne dono ai tangheri di certi gestori della Cosa Pubblica.
*scrittore