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lunedì 22 agosto 2022

RACCONTI
di Angelo Gaccione

Veduta di Montegallo
 
Grazie per averli letti anche se non hanno la potenza del mondo calabrese di Roccabruna. Ho cercato, però, di rispettare i vecchi che mi hanno raccontato quel mondo. Prima del terremoto li incontravo spesso d’estate”. L’autrice di queste parole si riferisce al suo libro Vita di paese (Edizioni Universitarie Romane, pagg. 212), una raccolta di ottantatré racconti ambientati a Montegallo, il paese in provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche, dove è nata e dove il suo immaginario di scrittrice ha voluto ritornare. Dico ritornare perché Petronilla Pacetti vive da molti anni a Roma e dove ha insegnato in una delle Università di quella città, la Sapienza. Il riferimento al mondo calabrese di Roccabruna riguarda invece una mia raccolta di racconti. Si sarà capito che condividiamo entrambi lo stesso amore per questo affascinante e difficile genere letterario che è il racconto, ed entrambi abbiamo dato voce a quel mondo contadino fatto di fatica, speranza, dolori, illusioni, fallimento, la forza vitale della terra come si legge nella quarta di copertina del suo volume. E io aggiungerei la violenza, la ferocia, e, insieme, la poesia e l’umanità. Come ella stessa ci informa, gran parte di queste storie e del mondo dentro cui sono incardinate, le ha raccolte dalla viva voce dei vecchi del paese; dalla memoria e dalla saggezza degli anziani che restano il patrimonio indispensabile di una comunità. Senza la loro trascrizione tale patrimonio andrebbe inevitabilmente perduto per le nuove generazioni. Colpisce la rigorosa fedeltà al dettato di quegli uomini: uno scrittore necessita della sua libertà espressiva, ma, e questo è il messaggio di Petronilla, non può mentire, deve tener fede alla verità. Sia pure una verità contraddittoria e precaria. Quelle vite e quel mondo non devono essere alterate. Questo libro era stato commissionato all’autrice dal sindaco di Montegallo e dalla sua Amministrazione, per “aiutarci a conservare e tramandare le caratteristiche salienti di questo territorio” come scrive il sindaco Sergio Fabiani nella prefazione. Il fatto che ne sia venuta fuori una raccolta di racconti, “un romanzo corale” come lo definisce correttamente Fabiani, conferisce un’anima, una vita, ad una materia, a cose, a uomini e luoghi che se avesse avuto la forma del saggio storico-folkloristico-antropologico avrebbe del tutto perduto. Sarebbe, cioè, diventata simile a tante altre ricerche, sicuramente interessanti, ma sarebbe rimasta materia fredda. E invece possiamo concordare con le parole del sindaco quando scrive che: “il risultato finale costituisce un romanzo corale che ricostruisce davanti ai nostri occhi, viva e presente, la vita di questo paese e di molti altri simili nell’Italia del Novecento”. Dosando la misura, a volte più lunga a volte più breve e contratta, Petronilla Pacetti ci immerge nel piccolo universo di Montegallo e ce ne restituisce i brandelli di vita, i sapori, gli angoli, toccandoci nel profondo. Le sue storie e microstorie ci immalinconiscono e ci fanno gioire, come fanno, in fondo, tutte le esistenze.


La copertina del libro