ECCO COSA DOVREBBE FARCI PAURA di Alfonso Navarra*
Il 26 settembre è il giorno
dopo il voto politico contro l’opinione ecopacifista della maggioranza degli
italiani (un paradosso su cui occorre riflettere) e, per noi attivisti
focalizzati, è il Petrov day, giornata ONU contro le armi nucleari,
istituita nel ricordo del colonnello sovietico che, nel 1983, salvò il mondo
dall'Olocausto di una guerra atomica per errore. A Milano, Disarmisti
esigenti, LOC e Mondo senza guerre e senza violenza, nel momento in cui si
minaccia in Ucraina l’impiego delle armi nucleari (e non si tratta di un bluff
né da parte di chi le brandisce né di chi promette “risposte consequenziali”),
abbiamo convocato una manifestazione per reiterare la richiesta della adesione,
da parte dell’Italia, del Trattato di proibizione delle armi
nucleari (siamo arrivati a 68 Stati ratificanti). Ci troviamo, in Stazione di Porta Genova, alle
ore 18:00 esibendo una mostra sull’energia, che troviamo
perfettamente in tema. Facciamo questa iniziativa perché siamo con gli
italiani inascoltati che esigono in maggioranza (il 75%) il non invio delle
armi all’Ucraina e la riduzione delle spese militari. Questa guerra, lo abbiamo
accennato, può degenerare in scambio di missili nucleari anche per errore di
calcolo tra i contendenti. Questa guerra sicuramente impatta in modo
decisivo sugli equilibri ecologici globali, con le distruzioni sul campo (ogni
giorno si bombardano raffinerie, depositi di carburante, impianti chimici,
oltre che edifici e infrastrutture) foriere di inquinamenti che possono
investirci direttamente. Se potessimo effettuare delle stime, non ci sarebbe
affatto da meravigliarsi che si stiano già facendo saltare fisicamente gli
accordi di Parigi sul clima; ma c’è anche il rischio di una possibile contaminazione
radioattiva da ZaporizhJa o da altre centrali nucleari nel mezzo delle
sparatorie. Siamo con gli italiani che non vogliono essere
coinvolti nei combattimenti; ma anche con gli italiani (il 53%) che non
vogliono combattere una guerra economica alla Russia a fianco di quella
militare, e per questo dissentono da sanzioni autodistruttive contro la Russia
che causano da subito inflazione e disoccupazione in Europa (e fame nel mondo).
I sindacati di base non dovrebbero ignorarli nella piattaforma dello sciopero
generale del 2 dicembre. Questa iniziativa in presenza sarà seguita da un
nostro incontro on line, con inizio alle ore 20:00. Intendiamo riflettere sulle
possibilità di costruire un’opposizione sociale che punti ovviamente a dei NO
necessari ma pensando globalmente alla pace come nuovo modello di eco-sviluppo,
per una umanità di liberi ed eguali nella “terrestrità”. *Portavoce dei Disarmisti esigenti