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venerdì 7 ottobre 2022

I REALISTI E GLI IRRESPONSABILI

 
Il rifiuto di Zelensky, di contemplare un negoziato con Mosca, contribuendo in tal modo ai rischi di una escalation nucleare, va considerato prescindendo da una valutazione delle sue motivazioni, nella prospettiva di un crudo, impietoso realismo. Avendo presente la gravità della situazione, segnata dai dilemmi riconducibili a uno stato di “emergenza suprema”, ritengo meritino attenzione le argomentazioni di qualche tempo fa, di Thomas Friedman, un analista non certo incline a posizioni morbide nel merito delle responsabilità di Putin nella conduzione del conflitto. Ecco le sue parole: “Occorre evitare di coltivare aspettative troppo alte nel caso dell’Ucraina. I paesi di dimensione medio minore, forti del sostegno di una grande potenza rischiano una intossicazione”. Molto è cambiato nella situazione dell’Ucraina con la fine della guerra fredda tranne un dato, la geografia. La collocazione ai confini della Russia. Il che comporta l’esigenza, per quanto onerosa, di optare per una politica di compromesso, per arrivare alla conclusione del conflitto. L’Occidente farebbe bene a non rendere questa scelta ancora più difficile, facendo   balenare la prospettiva di poter conseguire obiettivi al di fuori della realtà.”
Paolo Calzini