Pagine

venerdì 7 ottobre 2022

LE GUERRE NUCLEARI E LA VERGOGNA                 
di Franco Toscani



Nel dibattito pubblico relativo alla guerra tra Russia e Ucraina, si torna insistentemente a parlare - spesso senza alcun pudore e vergogna - della possibilità concreta del ricorso alle armi atomiche, in particolare alle armi nucleari tattiche. Di fatto, dati gli schieramenti in campo e la situazione oggettiva, si fa più concreta e vicina la possibilità di una Terza guerra mondiale caratterizzata dall’uso massiccio delle armi atomiche; uno scenario che, sino a qualche mese fa, appariva impensabile e non veniva preso nella minima considerazione. La minaccia, va ribadito con chiarezza, viene dalla Russia di Putin (oltre che da un altro suo irresponsabile e sciagurato alleato, Kim Jong-un, presidente della Corea del Nord Kim), ma non scorgo da nessuna parte - fatta eccezione per la voce autorevole di papa Francesco-Jorge Mario Bergoglio - quello sdegno e quella sollevazione, quel senso di vergogna e di indignazione che sarebbero più che mai necessari in questi mesi drammatici al solo sentire evocare simili cose immonde. Da più parti si cerca anzi di rassicurare e di sottolineare che l'uso delle armi nucleari “tattiche” comporterebbe un potenziale distruttivo territorialmente limitato e prevederebbe un numero di vittime piuttosto contenuto. Ma decine o centinaia di migliaia di morti, qualche milione di vittime sono forse da ritenere pochi? È certo, comunque, che i livelli di devastazione e distruzione previsti anche in questi casi cosiddetti “limitati” sarebbero molto alti e dolorosi. È ancor più certo, poi, che non si può scherzare col fuoco nucleare e che nessuno può prevedere gli eventuali effetti a catena dell’uso di ordigni di morte così terribili. Dunque, il rischio di una guerra mondiale nucleare dagli effetti letali per tutti gli esseri viventi e per il pianeta intero è palese, dietro l’angolo. Non entro qui nel merito delle difficili decisioni politiche o militari da prendere in una situazione tanto delicata e pericolosa. Mi limito a qualche rilievo di tipo etico e al richiamo indispensabile ad un elementare senso di salvaguardia dell’umanità. Servirebbero più che mai una sollevazione e un moto delle coscienze e dei cuori, una ripulsa radicale, uno scatto di indignazione, un palese rigetto di quegli atteggiamenti di indifferenza, fatalismo e rassegnazione al presunto corso ineluttabile delle cose che rischiano oggi di costarci molto cari. Sappiamo che il potere può essere folle e che la storia umana pullula delle più variegate manifestazioni della follia e tracotanza del potere. Tutto ciò di certo non rassicura in una situazione in cui non ci sembra che sia particolarmente vigile la coscienza dei popoli. Pensando al futuro della specie umana e soprattutto a quello delle nuove generazioni, dei non ancora nati, dovremmo tutti almeno provare raccapriccio e vergogna per la spada di Damocle che ci pende sul capo, per la situazione assurda e tragica che stiamo vivendo.