Il
senso complessivo del discorso di investitura tenuto dalla neopresidente del
Consiglio davanti alla Camera non può essere semplicemente catalogato usando
usuali categorie: ne va visto il fondamento soprattutto sul piano che potremmo
definire dell’involucro politico. Nel corso della campagna elettorale è
stata trascurata quella che era stata indicata come “questione costituzionale”
e questa sottovalutazione è costata una divisione di campo che ha favorito l’affermazione
del centro-destra. Centro-destra naturalmente coadiuvato anche dalla capacità
di utilizzo della formula elettorale al riguardo della quale si è verificata la
vera e propria bizzarria di proporne la modifica. Fino a questo punto però
siamo nell’ovvio e nel banale. Il punto da toccare invece riguarda proprio “l'involucro
politico” dentro cui è contenuto il programma di governo: fuori da un cumulo di
marginalità che alla fine formano un pesante macigno l’elemento che è emerge è
proprio quello costituzionale. Il tema che è stato posto sulle questioni
dirimenti della forma dello stato e della forma di governo. Invece di
attardarci sul discettare circa una presunta inevitabilità del connubio PD/
M5S, due soggetti in discesa che hanno perso quasi 7 milioni di voti in due,
causando un ulteriore slittamento di incredibilità del sistema, e ancora due
soggetti PD e M5S entrambi molto deboli sul piano della difesa costituzionale:
PD capace di appoggiare il referendum del 2016 e di votare questa formula
elettorale ponendo la fiducia per un proprio governo; M5S nato sull’idea della
democrazia diretta, dell’utilizzo improprio e sconsiderato del web, retto
sempre da un “uomo solo al comando”. È necessario aprire un confronto a tutto
campo sulla prospettiva della democrazia repubblicana e sulla configurazione
politica da fornire a un soggetto di sinistra misurato proprio sulla dimensione
del disegno istituzionale della Costituzione (Unità Nazionale, forma
parlamentare, sistema bicamerale “bi-fiduciario”).