Ireazionari si conoscono subito, non fanno in tempo a
occupare qualche posizione di potere che vanno immediatamente alla carica. In
genere alla carica dei diritti civili e delle libertà collettive. I reazionari
non sopportano la diversità e vorrebbero un mondo uniforme, da caserma.
L’aggettivo come vedete si apparenta bene alla caserma, al militarismo, ed è lì
che l’uniforme diventa addirittura un abito collettivo senza alcuna
distinzione, ma anche un modo di pensare, di intendere la vita. Per esempio i
reazionari nemici dei diritti collettivi non sopportano che una donna possa
abortire e che vi sia una legge che l’aborto lo riconosca e lo tuteli. Ai
reazionari nessuno impedisce di procreare dieci, venti, trenta volte; di accogliere
amorevolmente, se lo desiderano, il frutto di uno stupro che hanno
dolorosamente subìto, di una violenza sessuale inter-familiare, di mettere al
mondo una creatura persino in una situazione disperata in cui si rischia di
morire, nel caso di un problema di salute serio, o perché motivati da ragioni
di fede, di credenza, di morale. E tuttavia si sentono in dovere di vietare
agli altri ciò che permettiamo senza restrizioni a loro. Nessuno vieta ai
reazionari, ai magnificatori della famiglia e a quanti sono contro il divorzio,
di tutelare il loro matrimonio fino alla fine dei propri giorni; ne siamo anzi
ammirati, ed auguriamo a tutte le coppie di volersi bene per tutta la vita, che
siano fortunate e non debbano fare mai questo passo perché sappiamo quanto
possa essere doloroso, e quanta sofferenza produce nei figli e all’interno dei
legami che si erano costruiti. E tuttavia i reazionari si intromettono nelle
vite degli altri, e tentano di affossare una legge che tanta fatica e tante
lotte sono costate ai cittadini del nostro Paese. E non tengono conto che ci
sono situazioni in cui il divorzio è l’unica soluzione ragionevole, civile,
umana. I reazionari non sono solo in conflitto con una parte della società,
sono in conflitto con la natura stessa; è un conflitto di ignoranza, nel senso
che ignorano la complessità multiforme in cui la natura si esprime.
In natura
ci sono fiori carnivori come ci sono creature androgine, ermafrodite e così
via. Che danno può derivare alle vite dei reazionari da un rapporto d’amore
omosessuale, da una relazione affettiva fra persone dello stesso sesso? La
sfera privata e gli affetti riguardano un perimetro che nessun altro dovrebbe
sindacare. Le coppie di sesso differente potranno continuare ad amarsi e a
vivere le loro relazioni e i loro affetti nella loro consapevolezza etero,
senza subire discriminazioni o che altri ne mettano in discussione la natura. E
invece non è così, e i reazionari ce l’hanno a morte con tutti quelli che si
trovano in un rapporto “diverso” rispetto alla loro sessualità, e fanno di
tutto per rendere a questi la vita impossibile, per cancellare i loro diritti,
aizzare il senso comune, il conformismo, la stupidità che si fa violenza, e
alcune volte omicidio. Che si debba scendere in piazza a Milano per difendere
la laicità e i diritti civili in questo secondo millennio, è spaventoso. I reazionari
su queste materie non si differenziano dalle teocrazie ottuse in auge in Iran,
negli Emirati Arabi e ovunque un potere si arroga il diritto di decidere sulle
vite dei cittadini. Ci sono luoghi dove si è arrivati al punto di vietare a una
donna di guidare un’auto; la si uccide per uno straccio non bene indossato sulla
testa; le si impedisce di uscire da sola e deve essere scortata da un familiare
persino per recarsi ad un negozio.
Ma fa specie vedere, come è successo sabato
scorso in Piazza Fontana, “I Sentinelli Laici e Antifascisti” dover tornare in
strada per difendere i loro diritti, che poi sono quelli di tutti noi. Lo
avevano fatto nel febbraio del 2016 in Piazza del Duomo per sostenere la legge
Cirinnà; e poi di nuovo sulla stessa piazza nel 2018 contro ogni tipo di
discriminazione di genere e di sessualità, e all’Arco della Pace nel maggio del
2021 per appoggiare il Decreto-legge del parlamentare Zan che un Parlamento di
omofobi, di ottusi talebani, di finti cattolici che usano la religione, la fede
e la famiglia per i loro ipocriti miserabili interessi ha giustiziato, senza
provare vergogna. Lo hanno fatto, come è costume dei “Sentinelli Laici e
Antifascisti”, con canti, interventi al megafono, conversazioni con i passanti,
anche sabato 22 ottobre in Piazza Fontana. Ci hanno voluto ricordare che erano
lì per stimolare la pubblica opinione ad avere un altro sguardo, uno sguardo
privo di miopia e di pregiudizio, perché è il solo modo per influire sui nostri
comportamenti e su quelli delle istituzioni.