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giovedì 13 ottobre 2022

SPIGOLATURE
di Angelo Gaccione


Il Bottonuto prima della demolizione
 
Il Bottonuto.
 
Non c’è città che non muti nel tempo e per cause fra le più diverse: terremoti, guerre, riassetto urbanistico più o meno legittimo, – e appetito speculativo compreso, ovviamente, – visto che il suolo è sempre stata una merce preziosa. Chi viene dopo nulla sa di com’erano alcuni antichi quartieri, e se ne è rimasta traccia nei disegni e nelle pitture può farsene appena appena un’idea. L’introduzione della fotografia ci permette di conoscere qualcosa in più, ma sono sempre e solo frammenti, e prima del suo utilizzo non restano che le pagine degli scrittori per immaginare. Prendiamo per esempio il quartiere del Bottonuto qui a Milano demolito negli anni Trenta del Novecento. Che ne sanno le generazioni venute dopo? E gli immigrati italiani e stranieri dagli anni Sessanta ad oggi? Teniamo conto che un quartiere non è un puro agglomerato di case e di manufatti più o meno importanti dal punto di vista architettonico; un quartiere è soprattutto atmosfera, clima sociale ed umano, fervore, vite che vi pullulano, carattere, colori, odori, sapori, e così via. Il nome di Bottonuto gli derivava dalla fossa di scarico, una latrina per essere più chiari. Un quartiere malfamato e poco raccomandabile nel cuore della città, pieno di postriboli e di furfanti e di cui lo scrittore Paolo Valera, che a Milano vi giunse a 16 anni (era nato a Como nel 1850), nel suo celebre libro del 1879, Milano sconosciuta, ne aveva scritto molto male. E molto male ne ha scritto di recente lo scrittore spezzino di nascita Alessandro Zaccuri, che a Milano vi è arrivato a 9 anni, nel suo romanzo manzoniano Poco a me stesso. Ne ha scritto male, ma vi ha ambientato una parte significativa – e certamente la più affascinante – del suo romanzo milanese. L’atmosfera torbida e inquietante che ci fa respirare con i suoi vicoli stretti e poco illuminati ci seduce. Come ci seduce l’ordito medievale assolutamente non banale di questa rara foto del Bottonuto che mi è stata di recente regalata.