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domenica 6 novembre 2022

DISARMARE IL PARTITO DELLA GUERRA


 
La piattaforma “Europe for Peace” di convocazione della manifestazione nazionale del 5 novembre a Roma, a cui hanno aderito centinaia di associazioni ed organizzazioni, ha il merito di chiedere un immediato cessate il fuoco in Ucraina, la convocazione di una Conferenza Internazionale per la Pace volta a garantire la sicurezza condivisa e reciproca per tutti, l’abolizione delle armi nucleari, la riduzione della spesa militare ed il richiamo all’Art 11 della nostra Costituzione Repubblicana che ripudia la guerra. Questa manifestazione si presenta come un'eccezione di fronte alla compattezza del "partito della guerra", che va dal Partito Democratico a Fratelli d’Italia. Partito che è sostenuto dalla quasi totalità dei mezzi d’informazione, i quali hanno indossato l’elmetto, non hanno approfondito sulle cause della guerra, mentre da anni tanti statisti (anche conservatori) hanno manifestato la propria contrarietà all’espansione della NATO fino ai confini della Russia, consapevoli dei pericoli che avrebbe comportato. Pericoli ben compresi anche da Papa Francesco, il quale li espresse nella ormai celebre frase “l’abbaiar della Nato ai confini della Russia”, oltre a voci autorevoli del mondo cattolico. "Partito della guerra" che è di fatto in maggioranza nel nostro Parlamento e nelle nostre Istituzioni, ma in minoranza rispetto alla volontà popolare che è contro la guerra e l'invio di armi. Allo stesso tempo non si può ignorare che il testo della piattaforma ha grandi limiti, il principale dei quali è quello di far coincidere l’inizio delle ostilità con l’intervento militare russo in Ucraina dello scorso 24 febbraio 2022, ignorando tutti gli eventi antecedenti: l’espansione appunto della NATO ad est dopo il 1991, il colpo di Stato di Euromaidan del febbraio 2014 sostenuto da Washington, la messa al bando del Partito Comunista e di tutti i partiti di opposizione, la promulgazione di leggi volte a fare retrocedere la popolazione ucraina di madrelingua russa in cittadini di serie B; l’invio dell'esercito e di battaglioni di ispirazione nazista, integrati successivamente nella Guardia Nazionale Ucraina, contro le regioni del Donbass insorte. Una vera e propria guerra civile che dal 2014 al febbraio del 2022 ha provocato tra le 14 e le 16 mila vittime. Nella piattaforma del 5 novembre è anche assente il tema delle sanzioni, le quali sono state presentate dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea come strumento di pressione per indebolire la Russia e terminare la guerra in poche settimane, cosa che prevedibilmente non è avvenuta, mentre in realtà l’obiettivo strategico è troncare i rapporti energetici e commerciali tra i Paesi dell’Unione Europea e la Russia, così da erigere una nuova “cortina di ferro” per i prossimi decenni. Sanzioni che ci stanno lasciando in balia della speculazione e che continuano a pesare sull’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, il quale si preannunciava già nel 2021, quindi ben prima dell’intervento russo. Questi aumenti si sono ripercossi su tutti i beni di consumo e si stanno rivelando devastanti per la nostra economia, per i lavoratori e per i pensionati.



Nonostante questi grandi limiti nella piattaforma di convocazione, questa manifestazione è vista con preoccupazione da tutti coloro che mantengono il piede sull’acceleratore della guerra, tanto da cercare di ostacolare, sminuire e snaturare l'evento. Tra le azioni che suscitano scoraggiamento nei potenziali partecipanti c'è il recente annuncio dell'adesione al corteo del Partito Democratico, con i suoi dirigenti e del segretario Enrico Letta: coloro che nel nostro Paese, insieme a Mattarella, Draghi e Meloni, si sono caratterizzati in quanto esponenti di punta della guerra ad oltranza. Ci auguriamo che la presenza di queste figure non invogli gli amanti della Pace ed i sinceri democratici a disertare l'iniziativa, ma al contrario stimolino la partecipazione e la necessità di far emergere le loro contraddizioni, inondandoli di fischi.
Oggi non è tempo di chiudersi in recinti identitari per portare avanti lotte di retroguardia, oggi è il tempo di stare tra le masse e di trovare le ragioni per unirsi in un ampio fronte plurale; avere una visione di lungo periodo che sia in grado di far avanzare un forte movimento per la Pace, in direzione di un Mondo multipolare che sia caratterizzato da rapporti di mutuo beneficio tra Stati, in contrapposizione ad un Mondo unipolare caratterizzato dalla sopraffazione e dalla rapina dell’imperialismo occidentale.
Mai come in questo momento è giusto gridare: NON UN SOLDO PER LA GUERRA, LA GUERRA È CONTRO I LAVORATORI
 
Comitato Contro La Guerra Milano