La piattaforma “Europe for
Peace” di convocazione della manifestazione nazionale del 5 novembre a Roma, a
cui hanno aderito centinaia di associazioni ed organizzazioni, ha il merito di
chiedere un immediato cessate il fuoco in Ucraina, la convocazione di una
Conferenza Internazionale per la Pace volta a garantire la sicurezza condivisa
e reciproca per tutti, l’abolizione delle armi nucleari, la riduzione della
spesa militare ed il richiamo all’Art 11 della nostra Costituzione Repubblicana
che ripudia la guerra. Questa manifestazione si presenta come un'eccezione di
fronte alla compattezza del "partito della guerra", che va dal
Partito Democratico a Fratelli d’Italia. Partito che è sostenuto dalla quasi
totalità dei mezzi d’informazione, i quali hanno indossato l’elmetto, non hanno
approfondito sulle cause della guerra, mentre da anni tanti statisti (anche
conservatori) hanno manifestato la propria contrarietà all’espansione della
NATO fino ai confini della Russia, consapevoli dei pericoli che avrebbe
comportato. Pericoli ben compresi anche da Papa Francesco, il quale li espresse
nella ormai celebre frase “l’abbaiar della Nato ai confini della Russia”, oltre
a voci autorevoli del mondo cattolico. "Partito della guerra"
che è di fatto in maggioranza nel nostro Parlamento e nelle nostre Istituzioni,
ma in minoranza rispetto alla volontà popolare che è contro la guerra e l'invio
di armi. Allo stesso tempo non si può ignorare che il testo della piattaforma
ha grandi limiti, il principale dei quali è quello di far coincidere l’inizio
delle ostilità con l’intervento militare russo in Ucraina dello scorso 24
febbraio 2022, ignorando tutti gli eventi antecedenti: l’espansione appunto
della NATO ad est dopo il 1991, il colpo di Stato di Euromaidan del febbraio
2014 sostenuto da Washington, la messa al bando del Partito Comunista e di
tutti i partiti di opposizione, la promulgazione di leggi volte a fare
retrocedere la popolazione ucraina di madrelingua russa in cittadini di serie
B; l’invio dell'esercito e di battaglioni di ispirazione nazista, integrati
successivamente nella Guardia Nazionale Ucraina, contro le regioni del Donbass
insorte. Una vera e propria guerra civile che dal 2014 al febbraio del 2022 ha
provocato tra le 14 e le 16 mila vittime. Nella piattaforma del 5 novembre è
anche assente il tema delle sanzioni, le quali sono state presentate dagli
Stati Uniti e dall'Unione Europea come strumento di pressione per indebolire la
Russia e terminare la guerra in poche settimane, cosa che prevedibilmente non è
avvenuta, mentre in realtà l’obiettivo strategico è troncare i rapporti
energetici e commerciali tra i Paesi dell’Unione Europea e la Russia, così da
erigere una nuova “cortina di ferro” per i prossimi decenni. Sanzioni che ci
stanno lasciando in balia della speculazione e che continuano a pesare
sull’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, il quale si
preannunciava già nel 2021, quindi ben prima dell’intervento russo. Questi
aumenti si sono ripercossi su tutti i beni di consumo e si stanno rivelando
devastanti per la nostra economia, per i lavoratori e per i pensionati.
Nonostante questi grandi limiti nella piattaforma di
convocazione, questa manifestazione è vista con preoccupazione da tutti coloro
che mantengono il piede sull’acceleratore della guerra, tanto da cercare di
ostacolare, sminuire e snaturare l'evento. Tra le azioni che suscitano
scoraggiamento nei potenziali partecipanti c'è il recente annuncio
dell'adesione al corteo del Partito Democratico, con i suoi dirigenti e del
segretario Enrico Letta: coloro che nel nostro Paese, insieme a Mattarella,
Draghi e Meloni, si sono caratterizzati in quanto esponenti di punta della
guerra ad oltranza. Ci auguriamo che la presenza di queste figure non invogli
gli amanti della Pace ed i sinceri democratici a disertare l'iniziativa, ma al
contrario stimolino la partecipazione e la necessità di far emergere le loro
contraddizioni, inondandoli di fischi. Oggi non è tempo di chiudersi in recinti identitari
per portare avanti lotte di retroguardia, oggi è il tempo di stare tra le masse
e di trovare le ragioni per unirsi in un ampio fronte plurale; avere una
visione di lungo periodo che sia in grado di far avanzare un forte movimento
per la Pace, in direzione di un Mondo multipolare che sia caratterizzato da
rapporti di mutuo beneficio tra Stati, in contrapposizione ad un Mondo
unipolare caratterizzato dalla sopraffazione e dalla rapina dell’imperialismo
occidentale. Mai come in questo momento è giusto gridare: NON UN
SOLDO PER LA GUERRA, LA GUERRA È CONTRO I LAVORATORI Comitato Contro La Guerra Milano