PER PAPI
di
Fabio Minazzi
Papi e collaboratori di "Odissea"
per il decennale
Fulvio
Papi l’ultima voce della “scuola di Milano”
A
novantadue anni si è spento domenica 20 novembre un importante filosofo come
Fulvo Papi. Nato a Trieste nel 1930, ha sempre vissuto a Milano, dove si è
laureato in Statale con un Maestro
come Antonio Banfi (1886-19579, di cui è diventato assistente, mentre ha
iniziato a lavorare al quotidiano socialista Avanti!, prima per la
pagina culturale, poi per la politica estera e, infine, come vice-direttore,
collaborando con Riccardo Lombardi (1901-1984). In questa veste, allo scoppio
dei “fatti dell’Ungheria” (1956), pubblicò, in prima pagina sull’Avanti!,
un coraggioso corsivo, in cui difendeva apertamente gli studenti e gli operai
insorti, mentre l’Unità, diretta da Pietro Ingrao (1915-2015), inneggiava ai
carri armati sovietici.
La
sua formazione ha trovato una straordinaria realizzazione nella monografia Il pensiero di A. Banfi (1961), con cui
il pensiero del filosofo milanese è inserito, in modo coerente e rigoroso, nel
contesto internazionale, illustrando le differenti movenze del razionalismo
critico. Questo imprinting riemerge
nell’Antropologia e civiltà di Giordano
Bruno (1968, poi 2006) che costituisce, ancor oggi, un punto di riferimento
per gli studi bruniani perché la filosofia del nolano è declinata alla luce dei
grandi temi della modernità. Lasciando il lavoro giornalistico, Papi diventa
docente di Filosofia teoretica nell’ateneo di Pavia, dove insegna per 35 anni,
dando vita ad una regolare ed originale attività di studio e ricerca,
documentata dai suoi numerosissimi volumi. Tra questi si segnalano gli studi
sul Kant precritico Cosmologia e civiltà,
1969, su Marx Il sogno filosofico della
storia, 1994 e il fondamentale Dalla
parte di Marx 2014, in cui delinea la genealogia critica della
contemporaneità, su Hegel (2000), su Antonia Pozzi (2009 e 2013), sulla
filosofia dell’arte (1992), sul fare filosofico (1998), sull’ontologia (2005),
sul pensiero del nulla (2009), su Bruno (2010), etc. etc.
Intrecciando
pensiero e memoria, Papi costruisce un suo originale stile che matura in Vita e filosofia (1990), in cui la
“scuola di Milano” (Banfi, Cantoni, Paci e Preti) è studiata nelle sue movenze
e nelle sue varie progettualità, volte a costruire una nuova teoresi in grado
di riscattare l’Italia dalla cultura fascista. Fioriscono così indagini sui Racconti della ragione (1998), La memoria ostinata (2005), Banfi, dal pacifismo alla questione
comunista (2007), la formazione in epoca fascista (Per andare dove, 2020 e Figli
del tempo, 2021), etc.
Con
Papi muore l’ultima grande voce della “scuola di Milano” che si intreccia con
la cultura di questa città che già Gramsci, negli anni Venti, segnalava
costituire il “problema Milano”. A Milano esiste infatti una tradizione di
ascendenza internazionale e illuminista che attesta la vocazione europea di
questa metropoli nel momento stesso in cui pone alle forze della sinistra il
compito di costruire una nuova cultura alternativa a quella che nutre il
fascismo permanente della nostra tradizione.
Papi e collaboratori di "Odissea" per il decennale |