SCUOLA
di Vincenzo Rizzuto
Soldi per la guerra, non per la scuola
Giù le mani dai
meravigliosi allievi di tutta la Scuola pubblica!
Era l’ottobre dell’ormai lontano 1998, se ricordo
bene, quando D’Alema, divenuto Capo del Governo, (ancora, mi pare, non vendesse
vini pregiati!) si affrettava a dichiarare sull’Unità che una società di serie
A, come l’Italia, non poteva non avere una Scuola altrettanto di serie A; pena
la decadenza e l’arretramento della nostra civiltà. E personalmente, come
giovane docente coltivai la speranza di potere lavorare alla formazione dei
giovani non più con aule fatiscenti, senza riscaldamento e con intonaci e tetti
di eternit che ti cadevano addosso, come puntualmente poi accadde lungo gli
anni avvenire perché lo stesso D’Alema e tutti gli altri Governi stornarono
finanziamenti non verso la Scuola pubblica ma a favore della scuola privata,
specie quella confessionale, a cui sono stati donati una serie di privilegi
assurdi! E sì, cari amici, la Sinistra per prima ha sempre considerato la Scuola
pubblica come una specie di cenerentola, di giocattolo da smontare e rimontare
a proprio piacimento nei diversi contesti politici. Ricordo, per esempio, che
in anni pure lontani i cari ‘compagni’ del Sindacato, in varie riunioni
centrali di alto profilo, a quanti di noi chiedevano di estendere
qualche ‘buono pasto’ anche alla scuola, risposero sempre, con una certa
‘tigna’, che a scuola, tutto sommato, non si lavorasse poi tanto e che il buono
sarebbe stato davvero ingiustificato!
E tutto questo te lo dicevano in faccia, con il
solito sorrisetto beffardo, per manifestarti ‘amorevolmente’, si capisce, il
loro disprezzo; insomma, sotto sotto, preferivano che quelle voci di dissenso
andassero via, non disturbassero i sogni tranquilli dei benpensanti che
facevano piovere e scampare nei piani alti, dove trovavi il parente o il
fedelissimo a rappresentare le ‘istanze’ dell’intera Organizzazione’. Da quel
Governo D’Alema sono passati oltre trent’anni, e la Scuola pubblica con i suoi
‘meravigliosi allievi’ è andata sempre più alla deriva fino a cadere in mano ai
post-fascisti, che addirittura minacciano di ghettizzarla in ambiti
campanilistici con programmi e risorse miserabili o aurei a secondo della ricchezza
locale attraverso la cosiddetta ‘economia differenziata’ di leghisti
semianalfabeti. In questo nuovo clima di imbarbarimento culturale avviene
allora che si preferisca inviare armi per miliardi di euro al martoriato popolo
ucraino invece che adoperarsi in vibrate iniziative di pace fra i contendenti,
lasciando nel contempo che i nostri ‘meravigliosi allievi’ vengano colti da
assideramento tra le solite fredde aule di ghiaccio, come è accaduto in queste
ore a Palermo in una sperduta, abbandonata aula di scuola elementare; e se le
cose funzionassero a dovere anche in Europa, di fronte a tali infamie la
Comunità europea dovrebbe imporre certamente un diverso uso del PNRR, per
evitare che immense risorse vengano sperperate non a favore del mondo giovanile
che rappresenta il futuro, ma contro di esso. E allora mi chiedo con rabbia:
quando avverrà che la nostra meravigliosa gioventù dica di no nelle piazze a
questo degrado, opponendosi stabilmente con un proprio tavolo di trattativa
alla permanenza dei ‘falsi sacerdoti’ nel tempio della politica.
Soldi per la guerra, non per la scuola |