Buongiorno
amici di “Odissea”, avevo insieme al mio amico Angelo Gaccione, prima ancora di
questa tempesta su Milano, del caldo estremo, degli incendi delle alluvioni in
tutte i casi, micidiali, esortato disperatamente i governi e tutte le
istituzioni a cambiare rotta. Agire sulle cause e mitigare gli effetti.
Intervenire sulle cause della crisi climatica, riducendo progressivamente il
consumo di fossili, coinvolgendo le popolazioni che ora più che mai “vedono in
faccia la morte”. Ho esortato disperatamente le istituzioni e le popolazioni a
porre fine alla guerra in Ucraina, che non può avere un vincitore. Si deve
ripartire dagli accordi di Minsk 2. Altrimenti la opzione nucleare è “sul
tavolo”. Il governo attuale fa precedere, sia che si tratti di clima che di
guerra, l’aggettivo fanatici a ogni discorso saggio. Le due spade di
Damocle, crisi climatica e opzione nucleare, più della minaccia proverbiale, si
sono già conficcate nel corpo della vita del nostro Unico e Bellissimo Pianeta.
Stiamo trascinando nella morte animali e piante, incolpevoli vittime, mentre la
scomparsa dei Sapiens non sarebbe pianta da nessuno. Se rimanesse vita
direbbero come già dicono in molti: “I Sapiens sono e sono stati la più grande
sciagura che si è abbattuta sulla terra, dopo la grande glaciazione di 700
milioni di anni fa”. Il terribile giudizio si sta spostando da quello che
facciamo a quello che siamo. Molti antropologi ritengono l’uomo irredimibile,
quindi la marcia verso l’abisso non è più evitabile. Può darsi che la vita
rinascerà: “Ma noi non ci saremo”, come recita la canzone premonitrice
di Guccini cantata dai Nomadi di più di 50 anni fa. Peccato, forse il più
grande rimpianto di noi su noi stessi, sarà: “Eravamo arrivati ad essere gli
esseri più geniali mai esistiti, ma abbiamo segato stupidamente il ramo su cui
eravamo seduti”. Anche
la stragrande maggioranza dell’umanità povera è incolpevole. Alla
fine, i veri colpevoli sono i signori del potere - e non solo politico - i
quali fanno il loro comodo usando trucchi e menzogne. Faccio un altro
disperato appello: “Signori del potere, sappiate che neanche voi e i vostri
discendenti vi salverete! Popoli poveri e incolpevoli, voi che siete vittime di
questa politica suicida esigete il cambiamento! Mobilitiamoci! Siamo e saremo
con voi, come voi. Cordiali saluti a tutti. Francesco
Saverio Lanza