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giovedì 6 luglio 2023

STORIA DI UN GIRASOLE 
di Angelo Gaccione

 
In genere gli adulti non leggono fiabe. Credo che non leggano nemmeno le favole e quelli che le leggono lo fanno perché dentro trovano un significato morale, l’ammaestramento di vita di una certa importanza, o un messaggio politico. Abbiamo però esempi di studiosi che se ne sono interessati in particolare per i risvolti letterari, o per il contenuto latente o manifesto di natura psicanalitica che racchiudono. Anche le buone fiabe contengono insegnamenti, e una sola di esse, in mano ad un autore attrezzato e consapevole, può essere spesso più efficace di un pensiero filosofico e valere più di un intero romanzo. Potrei fare per tutti il nome del nostro Gianni Rodari, ma ci sono fiabe raccontate da autrici ed autori di varie nazionalità altrettanto belle, soprattutto quelle legate alle culture popolari tradizionali. Straordinari, poi, gli illustratori, che danno un saggio della loro inventiva artistica e sanno con abilità sedurre i piccoli lettori ancora non in grado di leggere. Bruno Bettelheim era contrario alle fiabe illustrate e ne spiega i motivi nel suo affascinante volume dal titolo Il mondo incantato. A me interessano soprattutto per l’aspetto poetico e credo che per poterle apprezzare bisogna aver conservato un recesso infantile nella propria anima. Storia di Ayçiçeği. Il girasole del Mar Nero di Clara Germani illustrata da Emma Malina Marinelli su progetto grafico di Jacob Jugovic e pubblicata dalle Edizioni Quaderni di Paola (pagine 40 € 10), è una fiaba poetica. È la storia di un girasole molto curioso che non smette di esplorare tutto ciò che gli sta intorno, che chiacchiera con tutti gli esseri e gli elementi con cui viene a contatto, che non chiude i suoi petali gialli neanche di notte, e soprattutto non sta in adorazione del dio Sole che pretende le attenzioni tutte per lui e per tutto il tempo in cui fa splendere i suoi raggi nel cielo azzurro. Spesso ha la testa girata da un’altra parte e dai suoi semi nasceranno altrettanti girasoli con la corolla sbilenca. Perciò, se in un campo vi capiterà di vederne uno che volta le spalle al sole, di sicuro è un discendente di Ayçiçeği e viene dal Mar Nero.