In genere gli adulti non leggono
fiabe. Credo che non leggano nemmeno le favole e quelli che le leggono lo fanno
perché dentro trovano un significato morale, l’ammaestramento di vita di una
certa importanza, o un messaggio politico. Abbiamo però esempi di studiosi che
se ne sono interessati in particolare per i risvolti letterari, o per il
contenuto latente o manifesto di natura psicanalitica che racchiudono. Anche le
buone fiabe contengono insegnamenti, e una sola di esse, in mano ad un autore
attrezzato e consapevole, può essere spesso più efficace di un pensiero
filosofico e valere più di un intero romanzo. Potrei fare per tutti il nome del
nostro Gianni Rodari, ma ci sono fiabe raccontate da autrici ed autori di varie
nazionalità altrettanto belle, soprattutto quelle legate alle culture popolari
tradizionali. Straordinari, poi, gli illustratori, che danno un saggio della
loro inventiva artistica e sanno con abilità sedurre i piccoli lettori ancora
non in grado di leggere. Bruno Bettelheim era contrario alle fiabe illustrate e
ne spiega i motivi nel suo affascinante volume dal titolo Il mondo incantato.
A me interessano soprattutto per l’aspetto poetico e credo che per poterle
apprezzare bisogna aver conservato un recesso infantile nella propria anima. Storia
di Ayçiçeği. Il girasole del Mar Nero di Clara Germani illustrata da Emma
Malina Marinelli su progetto grafico di Jacob Jugovic e pubblicata dalle
Edizioni Quaderni di Paola (pagine 40 € 10), è una fiaba poetica. È la storia
di un girasole molto curioso che non smette di esplorare tutto ciò che gli sta
intorno, che chiacchiera con tutti gli esseri e gli elementi con cui viene a
contatto, che non chiude i suoi petali gialli neanche di notte, e soprattutto
non sta in adorazione del dio Sole che pretende le attenzioni tutte per lui e
per tutto il tempo in cui fa splendere i suoi raggi nel cielo azzurro. Spesso
ha la testa girata da un’altra parte e dai suoi semi nasceranno altrettanti
girasoli con la corolla sbilenca. Perciò, se in un campo vi capiterà di vederne
uno che volta le spalle al sole, di sicuro è un discendente di Ayçiçeği e viene
dal Mar Nero.