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sabato 15 luglio 2023

UN INSANO TORMENTATO MESTIERE
di Angelo Gaccione

Lodovica San Guedoro

I primi due scritti del libro di Lodovica San Guedoro: Sacro Amor Profano (Les Flâneurs Edizioni, Bari, 2023, pagine 158 € 15), compresi nella sezione “Storie Diafane”, raccontano dei gironi infernali dentro cui, chi ha intrapreso l’insano mestiere di scrittore, si trova a vivere. E sia detto subito: questo vale sia nel “Regno scellerato”, cioè l’Italia delle lettere e dell’editoria, sia “nel pallido, improbabile Impero del Nord”, cioè i paesi di lingua tedesca dove l’autrice ha vissuto e operato. Se vi illudete che basti del talento, l’applicazione al limite della follia, una passione smodata che rischia di incenerirvi, una cultura piuttosto robusta e la vostra consapevolezza di valere qualcosa, molto molto più di tanti polli di allevamento in circolazione, siete fuori strada. Non vi sarà riconosciuto nulla di tutto questo; non è con tale bilancia che verrete pesati da burocrati, funzionari editoriali, direttori di giornali, programmi televisivi, cricche dell’industria delle recensioni. La riprova è che quasi tutti i libri della San Guedoro hanno potuto vedere la luce grazie alla caparbia decisione di creare a Monaco di Baviera, assieme al sodale Johann Lerchewald, una casa editrice tutta sua: la Felix Krull. La prima narrazione dal titolo ‘La ballata di un giovane bardo’ ci illumina sulla preoccupazione di collocare e mettere in salvo le opere già edite e i manoscritti inediti. L’ansia spasmodica e la tensione che divorano la scrittrice si scioglieranno, infine, quando la cassa col suo prezioso contenuto “riposerà”, finalmente, presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. La seconda narrazione ‘Continua in prosa, ma è sempre un sogno’ riguarda un ambito che conosco bene, il teatro. La lettura vi mostrerà che se coltivate qualche velleità in merito alla scrittura teatrale, è bene che vi disilludiate subito. Ci ho messo una pietra sopra anch’io da tempo, dopo aver raccolto i miei testi nel volume Ostaggi a teatro. Ma non crediate che vada meglio al racconto, genere a cui questo libro appartiene. Gli editori maggiori lo hanno assassinato da lustri; critici e recensori lo snobbano, e si è arrivati al punto che ad un premio nato per promuovere questa difficile e antica forma espressiva, assegnano i riconoscimenti a biografie di personaggi noti per altri mestieri, e a libri che col genere racconto (rigorosamente inteso), non hanno nulla a che vedere.


La copertina del libro

Ad un occhio esercitato, a chi ha – o dovrebbe avere – (visto che si interessa di libri per mestiere) un minimo di gusto estetico e capisce qualcosa di stile, possono bastare poche pagine o appena dei brandelli dei racconti della San Guedoro. Vi troverà capacità descrittive, forza espressiva, sapienza nel far vibrare corde profonde, spiazzamenti di visuale, tocchi poetici meravigliosi, e sentimenti in grado di prendervi alla gola, se avete conservato ancora un’anima e non vi siete pietrificati del tutto. Che dite, può bastare tutto questo per farne uno scrittore di razza? Pardon, una scrittrice di razza.