GLI ITALIANI
E LO SCEMENZAIO QUOTIDIANO di Luigi Mazzella
Fare un repertorio delle scemenze e delle
banalità che quotidianamente sono raccontate agli Italiani dal sistema
mass-mediatico nazionale diventa ogni giorno più facile nell’Italia delle due
“pulzelle” in costante conflitto frontale (più per il colore delle loro chiome
che non per le idee racchiuse sotto di esse). Lo scemenzaio tocca, infatti
i temi più vari ed inimmaginabili, provenienti dalle più diverse fonti. E
non risparmia, neppure, le più alte autorità di governo del Paese. Un
signore abruzzese, trovando nel recinto della propria villa un’orsa che, a
quanto è stato raccontato dai mass-media (giornali e radio-tivù) sembrava avere
ucciso non molto tempo fa qualche rappresentante del genere umano, le spara e
l’ammazza. “Si trattava di un’orsa
mamma!” precisa subito un quotidiano con l’articolo di un giornalista
impegnato sul fronte dell’animalismo. L’intervento del Ministro
dell’Ambiente dell’attuale Governo non si fa attendere ed è duro e
tempestivo: “Il fatto è grave e va fatta chiarezza!” tuona il gentiluomo.Non spiega come; la fantasia dei cittadini, amici
degli animali, si sbizzarrisce. C’è chi sogna il ripristino delle ghigliottine
nelle piazze.E più probabile, però,
che l’uomo politico pensi più prudentemente, sulla base di ciò che
è già avvenuto nel Trentino, a un intervento dei magistrati del
Tribunale Amministrativo Regionale che anche in Abruzzo potrebbero
specializzarsi, in vista di un loro temuto aumento, nella punizione esemplare
degli “orsicidi” pure in assenza di norme che vietano, al
momento, l’uccisione degli animali (come mucche, maiali, agnelli, pecore,
capre, galline, uccelli).Ancora: in una zona degradata del Sud
d’Italia che rappresenta probabilmente una percentuale del tutto
insignificante della parte meridionale della Penisola, una banda di minorenni,
poco sensibile agli insegnamenti morali impartiti dai propri genitori e dai
parroci del luogo, ha stuprato con periodica e metodica regolarità due bambine
di un’età che all’incirca è di una decina di anni. L’evento ha
colpito profondamente l’opinione pubblica, com’era naturale che
fosse e la Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, si è
recata prontamente e senza pensarci su due volte in quella località del
“degrado” che aveva il nome beneaugurante di “Parco Verde”. La Presidente
ha affermato, secondo il testo della sua dichiarazione dato ai giornalisti
della carta stampata e della Tivù che lo Stato doveva “metterci la
faccia”.La frase tipica del dialetto romanesco - in uso
non solo alla Garbatella ma nell’intera periferia della Capitale - pur
essendo assurto un tale linguaggio (con il governo attuale) a eloquio
ufficiale della Repubblica, non è risultata chiara alla maggioranza degli
Italiani.I giornalisti più solerti e attenti ai neologismi “dialettal-ufficiali”
della Repubblica hanno spiegato, al colto e all’inclita, che lo Stato, secondo
il giudizio della Meloni, doveva assumersi la responsabilità degli stupri.Inoltre, sembra rispondere agli stessi canoni di
scemenzaio la inespressa ma sottintesa proposta di un uomo “vicino” alla
Presidente di vietare l’alcol alle donne per evitare che inducano gli uomini a
stuprarle. C’è stato, ovviamente, chi ha definito l’uomo un “talebano” del
rigore morale, temendo che possa suggerire anche alla “pulzella della
Garbatella” di commissionare a Giorgio Armani, stilista prediletto a
Palazzo Chigi, di immaginare per le fanciulle in fiore abiti che abbiano
la stessa castigatezza della tonaca delle “sorelle” e colleghe di Rita da
Cascia.In conclusione, non si può escludere che l’incremento
del repertorio di baggianate eclatanti risponda nell’intenzione di chi le
propone a precisi intenti di proselitismo politico tra le persone più
sciocche e prive di raziocinio che, secondo le statistiche, sono in aumento
vertiginoso (e, purtroppo per l’Occidente, non solo in Italia).