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domenica 3 settembre 2023

GLI ITALIANI E LO SCEMENZAIO QUOTIDIANO  
di Luigi Mazzella

 

Fare un repertorio delle scemenze e delle banalità che quotidianamente sono raccontate agli Italiani dal sistema mass-mediatico nazionale diventa ogni giorno più facile nell’Italia delle due “pulzelle” in costante conflitto frontale (più per il colore delle loro chiome che non per le idee racchiuse sotto di esse). Lo scemenzaio tocca, infatti i temi più vari ed inimmaginabili, provenienti dalle più diverse fonti. E non risparmia, neppure, le più alte autorità di governo del Paese. Un signore abruzzese, trovando nel recinto della propria villa un’orsa che, a quanto è stato raccontato dai mass-media (giornali e radio-tivù) sembrava avere ucciso non molto tempo fa qualche rappresentante del genere umano, le spara e l’ammazza.
“Si trattava di un’orsa mamma!” precisa subito un quotidiano con l’articolo di un giornalista impegnato sul fronte dell’animalismo. L’intervento del Ministro dell’Ambiente dell’attuale Governo non si fa attendere ed è duro e tempestivo: “Il fatto è grave e va fatta chiarezza!” tuona il gentiluomo. Non spiega come; la fantasia dei cittadini, amici degli animali, si sbizzarrisce. C’è chi sogna il ripristino delle ghigliottine nelle piazze. E più probabile, però, che l’uomo politico pensi più prudentemente, sulla base di ciò che è già avvenuto nel Trentino, a un intervento dei magistrati del Tribunale Amministrativo Regionale che anche in Abruzzo potrebbero specializzarsi, in vista di un loro temuto aumento, nella punizione esemplare degli “orsicidi” pure in assenza di norme che vietano, al momento, l’uccisione degli animali (come mucche, maiali, agnelli, pecore, capre, galline, uccelli). Ancora: in una zona degradata del Sud d’Italia che rappresenta probabilmente una percentuale del tutto insignificante della parte meridionale della Penisola, una banda di minorenni, poco sensibile agli insegnamenti morali impartiti dai propri genitori e dai parroci del luogo, ha stuprato con periodica e metodica regolarità due bambine di un’età che all’incirca è di una decina di anni. 
L’evento ha colpito profondamente l’opinione pubblica, com’era naturale che fosse e la Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, si è recata prontamente e senza pensarci su due volte in quella località del “degrado” che aveva il nome beneaugurante di “Parco Verde”. La Presidente ha affermato, secondo il testo della sua dichiarazione dato ai giornalisti della carta stampata e della Tivù che lo Stato doveva “metterci la faccia”. La frase tipica del dialetto romanesco - in uso non solo alla Garbatella ma nell’intera periferia della Capitale - pur essendo assurto un tale linguaggio (con il governo attuale) a eloquio ufficiale della Repubblica, non è risultata chiara alla maggioranza degli Italiani. I giornalisti più solerti e attenti ai neologismi “dialettal-ufficiali” della Repubblica hanno spiegato, al colto e all’inclita, che lo Stato, secondo il giudizio della Meloni, doveva assumersi la responsabilità degli stupri. Inoltre, sembra rispondere agli stessi canoni di scemenzaio la inespressa ma sottintesa proposta di un uomo “vicino” alla Presidente di vietare l’alcol alle donne per evitare che inducano gli uomini a stuprarle. C’è stato, ovviamente, chi ha definito l’uomo un “talebano” del rigore morale, temendo che possa suggerire anche alla “pulzella della Garbatella” di commissionare a Giorgio Armani, stilista prediletto a Palazzo Chigi, di immaginare per le fanciulle in fiore abiti che abbiano la stessa castigatezza della tonaca delle “sorelle” e colleghe di Rita da Cascia. In conclusione, non si può escludere che l’incremento del repertorio di baggianate eclatanti risponda nell’intenzione di chi le propone a precisi intenti di proselitismo politico tra le persone più sciocche e prive di raziocinio che, secondo le statistiche, sono in aumento vertiginoso (e, purtroppo per l’Occidente, non solo in Italia).