Leopardi, Flaiano e
Pasolini: chi si ricorda di loro? La disgregazione dell’Occidente non è a macchia di
leopardo: è uniforme, omogenea, monocolore come la “pantera nera” dei fumetti
di Cino e Franco della mia infanzia. La musica che ci ha reso celebri nel mondo
oggi è rappresentata dai contorcimenti sul palco di persone che sembrano (o
sono?) drogate con ombelichi, maschili e femminili, in bella evidenza: il
trionfo del rap e delle sue ossessive cantilene non conosce
differenze linguistiche e contagia anche i rappresentanti di culture diverse
dalla nostra. La letteratura si concentra sulla narrazione di storie
personali così come possono essere viste dal buco della serratura di una
porta chiusa o socchiusa e si astiene rigorosamente da considerazioni e
approfondimenti che potrebbero affaticare la mente dei lettori. La
scrittura giornalistica e l’eloquio radiotelevisivo ripetono stancamente
il main stream suggerito dalla finanza (sostanziale detentrice
dei relativi libri-paga). La filosofia ha ceduto il passo alla
sociologia che descrive in modo coloristico la società con l’uso di espressioni
che toccano vertici di popolarità mediatica prima di essere del tutto
dimenticate. L’arte del governo dei popoli è divenuta esercizio del
malaffare, della prostituzione ideologica, del servilismo verso le uniche
potenze egemoni che poi sono le maggiori responsabili del tramonto della
cosiddetta civiltà occidentale. La scuola, in mano a preti e a speculatori privati
con i peli sullo stomaco continua a concedere diplomi, dietro il pagamento di
lauti compensi, ad “asini” che diventano patentati ma non meno ignoranti. La
razionalità, l’uso della logica, la stessa ricerca di un elementare buon senso,
sono banditi dalla pratica e dalla vita quotidiana. Ciascuno si rappresenta e
finge una realtà di comodo per incastonarvi i propri comportamenti immaginando,
con vari artifizi, che essi possano garantire sul piano personale e/o
generale, un presente e un futuro migliore (che per alcuni individui
particolarmente fantasiosi si estenderebbe dopo la riduzione in ossa e ceneri
del corpo umano, ad un’improbabile e fantomatica sopravvivenza
ultraterrena. In conclusione la vita odierna dell’Occidente, ripudiando le
armonie intellettive ed emotive del suo variegato e disomogeneo passato, si sta
avviando verso una strada uniforme di non ritorno, senza avere neppure una
lucida consapevolezza del baratro. Giacomo Leopardi l’aveva intuito. Ennio
Flaiano l’aveva previsto. E Pier Paolo Pasolini gli aveva fatto eco.
Inutilmente! Qualcuno obietta: Sono tutti i pessimisti del nostro panorama
culturale! È agevole rispondere, parafrasando George Bernard Shaw: È vero, ma con
quel che sta avvenendo nella parte ovest del Pianeta, per essere ottimisti
non è proprio necessario essere stupidi, ma certamente aiuta molto.