La guerra sui marciapiedi In certe giornate, in verità,
il mondo di domani è già qui, la profezia si è già avverata: non resta che
strisciare lungo il muro e contemplarlo, pregando che non t’investa e ti
maciulli. Non ti riesce di vedere, infatti, quasi nessuno che si muova senza
ruote, si assiste stupefatti a una gara parossistica di mezzi, di forme, di
sorpassi, di cerchi rotanti grandi e piccoli, di caschi, di divise, di
bandiere, di zaini, di catarifrangenti, che pare debba culminare in una sorta
di Urknall*;
cerchi smarrito e spaventato un punto fermo, cerchiatterrito di trovare qualcunoche si serva ancora dei suoi semplici piedi, incerto che sia ancora lecito
farlo… E, alla fine, lo trovi pure, nella bolgia maligna di
ruote e di metallo, ma i veri passanti, sui marciapiedi, sono la più crassa
minoranza, una specie condannata a malinconica estinzione. Prevalgono
assolutamente i dannati su o con ruote, prevalgono i velocipedi in senso lato. Bambini che si precipitano a scuola come alla guerra,
prendendo d’assalto in schiere i marciapiedi su monopattini di acciaio. Bambine
(perché, per motivi non ancora indagati, sono le Barbie a praticare questo gioco) che fanno acrobazie, in mezzo alla
folla, su una ruota, come al circo. Piccoli fanatici di nemmeno due anni,
passati, senza aver ù appreso a camminare, dalle carrozze a bicicli di legno
privi di pedali, che vanno a tutto gas spingendosi avanti coi piedini di foca. Vecchie
che si appoggiano ad antiestetici carrelli o che scorazzano arroganti su
macchinette elettriche. Handicappati che sfrecciano su sedie a rotelle. Frotte, a volte, di spastici infidi che invadono con le
loro poltrone mobili tutto il marciapiede, circa i quali l’istinto ti dice di
non capitargli a tiro, perché, per vendetta, potrebbero arrotarti. Mountain bike dai manubri a corna di
toro e le gomme irte, che sgusciano tra bambini, lattanti, vecchi, e talvolta,
stando ai giornali, ne travolgono qualcuno e poi fuggono. Biciclette che balzano dalla strada al marciapiede e da
quello alla strada, come in un irreale videogame.
(Quando una, poi, per caso, ti sfiora e getti un grido, il ciclista, se è
straniero, ti accusa di Ausländerfeindlichkeit*,
se è tedesco, ti urla da lontano un velenoso e isterico “Arschloch!!!”*) Biciclette alla easy
rider. Mammine cicliste con
traini ornati di bandierina, o a piedi, con carrozze e cani. Adolescenti che si
accaniscono in mirabolanti salti con gli skate.
Pattinatori bambini e pattinatori adulti. Adulti che, pattinando, spingono carrozze e ascoltano
musica o telefonano. Adulti che sfilano su monopattini con abiti gessati e
valigette ventiquattr’ore. E, per finire, quel tipo sui sessanta, tutto vestito
di bianco e coi capelli bianchi, quell’omiciattolo col berretto di maglia circolare
sul capo quasi raso e gli occhiali dalle lenti gialle, che pare fuggito da un
manicomio e scorazza a tutte l’ore sul monopattino come un normale cittadino:
sempre surrealmente dritto, sia che la gambetta stia dando la spinta, sia che
se ne stia riunita all’altra sull’attrezzo, la testa girante intorno a
periscopio in cerca di spettatori, parola mia, l’ho davanti a me anche adesso
come fosse vero. Tutti, ad eccezion di lui e delle vecchiette,
rigorosamente muniti di caschi…
Nei giorni più caldi della scorsa
estate, un vecchio è apparso un paio di volte su un monopattino elettrico e poi
è scomparso. Lanciava, ricordo, occhiate di sfida a chi mostrava stupore. Ma,
la prossima estate, magari la metà dei vecchi circoleranno così sui
marciapiedi! S’intende che, sulla strada, il fervore di ruote è ancora
superiore e, sulle piste ciclabili, in linea di massima la velocità ancora
maggiore,ma la situazione dei
marciapiedi è, già oggi, estrema e pericolosa; e tra un anno non si sa come
sarà, non si sa se non sarà più prudente camminare sulla strada, dove almeno
valgono regole per la circolazione, dove ci sono semafori da rispettare,
precedenze da dare, e non impazza l’arbitrio puro, la più sfrenata licenza
della giungla. Già adesso in certi momenti scelgo la strada. Ma, ahimè, l’avanzata delle biciclette è inarrestabile,
ed esse aumenteranno ineluttabilmente anche sulle strade, e arriverà il momento
che, o si saranno sottomesse, o avranno scardinato le regole della circolazione
tutta! Allora dove camminerò? Sulle piste ciclabili, su queste autostrade per ciclisti? Chissà!
Ora qui, è vero, le mountain bike, i traini, vi vanno più
veloci, e maggiori di numero sono i pattinatori, i monopattinatori, le
biciclette easy rider, la maledetta
specie dei filiformi corrieri express,
zanzare senza peso fisico e solo adrenalina (o cocaina?), specie assassina e
senza scrupoli, dobermann delle piste; maggiori di numero vi sono anche i
ciclisti semicoricati, quelli degli avveniristici tricicli affusolati,
semicoricati, ma intanto pedalanti, coi caschi appuntiti e talvolta gli
occhialoni, perversamente lunghi e magrissimi, uomini evidentemente con
programma, uomini che hanno una missione: quella di persuadere il pubblico
della conciliabilità degli opposti, del relax e dello spasmo nervoso, del
riposo edell’accanimento furioso. Ma domani non potrebbero, essi, scoprire il fascino del
marciapiede, stabilire che è più vantaggioso per loro passare a quello?
Bandiere, caschi, divise (sì, vedrete, divise),
ininterrotto movimento di truppa, continuo passaggio di traini, schieramenti,
addestramento militare esteso ai bambini e ai cani, echeggiare di voci aspre e
gutturali, visi preoccupati e contratti, mandibole guizzanti, aggressività,
sprezzo del pericolo:non c’è dubbio
che tutto questo armeggìo sia già la guerra. Certo tutto il pianeta è in subbuglio, ogni paese
fermenta, gorgoglia e suppura in modo preoccupante… Ma io è qua che vivo ed è della particolare suppurazione
tedesca, dunque, che parlo… A sessant’anni dalla fine della seconda mondiale, i
Tedeschi, inconsciamente, sonnambulicamente, non dico, dopo essersi visti
miliardi di volte nei film, devono aver tratto la conclusione che, in divisa,
sono, alla fin fine, meno scialbi, più interessanti e che, quello del soldato,
è il loro destino. E così, senza volere, hanno riscoperto il fascino della
divisa e delle connesse operazioni militari. E così, senza accorgersene e senza che altri se ne
accorga, sono ritornati alle origini. Flussi e riflussi della storia, eterni ritorni... Note *Esplosione
primordiale, Big Bang. *Xenofobìa * Stronzo!!!