RISPETTOSAMENTE AI MARGINI
di Girolamo Dell'Olio
Per un dissenso visibile
Firenze. Sosterà
ai margini della manifestazione convocata oggi pomeriggio in Piazza Duomo il
manifestante dell’associazione fiorentina Idra che ha
trasmesso mercoledì scorso al console onorario di Israele a Firenze Marco
Carrai - dopo il presidio attuato nel pomeriggio in via della Spada -
un messaggio, chiaro, scarno e pregnante indirizzato al Primo Ministro dello Stato di
Israele, sotto l’immagine di un carro armato in viaggio verso Gaza: ‘Occhio
per occhio, dente per dente’: una politica che porterà a qualche soluzione?
Un’opzione saggia, la legge del taglione?
Dal
console Carrai non è arrivato un riscontro dell’avvenuta lettura del messaggio
e della lettera che lo accompagnava: “Gentile Console onorario, Le
alleghiamo il messaggio che abbiamo provato oggi a consegnarLe - ma senza
trovarLa - in via della Spada 2, dove è stato distribuito in copia ai passanti,
autorizzati dalla Questura di Firenze. Le alleghiamo anche il comunicato stampa con cui ieri lo annunciavamo”.
Ma
il console ha lanciato una manifestazione di sostegno e supporto al governo di
Israele oggi alle 17.30 davanti al Palazzo della Giunta regionale, in Piazza
Duomo. Per anni, quel Palazzo ha tenuto issata su un pennone del balcone la
bandiera della Repubblica Ucraina governata da Volodymyr Zelensky. Da qualche
giorno, sulla facciata di Palazzo Vecchio è comparsa ancora una bandiera di
parte, quella dello Stato di Israele governato da Benjamin Netanyahu. Giova
forse al dialogo e alla soluzione dei conflitti l’improvvido tifo istituzionale
praticato dagli organi di governo del Comune di Firenze e della Regione Toscana
a supporto ora del governo Zelensky, ora del governo Netanyahu, in nome di un
popolo mai interpellato? Resterà dunque emblematicamente ai margini della
manifestazione organizzata in Piazza Duomo, in eloquente dissenso dalle
pericolose finalità dell’iniziativa, il manifestante che ancora attende una
risposta dal console Marco Carrai. Riproporrà
il monito indirizzato in forma rispettosamente e drammaticamente interrogativa
a Benjamin Netanyahu, suggerendo un’esplicita inversione di rotta: urge una
profonda presa di distanze civile, culturale e morale da chi avalla -
indossando magari improbabili bandiere della pace - politiche oggettivamente
foriere di morte e di profitti per l’industria della distruzione.