Il recente
documentario di Oliver Stone (https://www.la7.it/oliver-stone-nuclear-now) che porta lo stesso titolo di queste riflessioni ma non in tono
interrogativo, bensì come perentoria asserzione, mi riporta su un tema che
avevo già affrontato quasi due anni fa in due successivi articoli (* e **) i
quali suscitarono anche un vivace scambio di opinioni con altri colleghi
decisamente contrari a questo tipo di produzione di energia elettrica. Non
tornerò quindi a ripercorrere il senso dei miei due articoli né proverò a
riassumere la mia disanima su alcune delle fonti energetiche rinnovabili che
pur sembrano dimenticate anche dal documentario in questione, ovvero il
geotermico, l’idroelettrico e la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili
(essenzialmente sole e vento). Sono cose già dette e non è il caso di
ripeterle. Quello che mi preme notare oggi sono
aspetti meno tecnici del problema che mi hanno suscitato alcuni commenti di
amici e colleghi che hanno visto il documentario. La prima domanda mi viene da
una cara amica che vive in Germania da molti anni e che si è spesa, in anni
passati, per sostenere le cause ambientali. Si chiedeva come mai, il governo
tedesco ha deciso di abbandonare il nucleare smantellando la gran parte delle
centrali esistenti con l’obiettivo di farne a meno totalmente entro pochissimi
anni. Asserendo anche che la ministra dell’ambiente, attualmente presente al
COP-28 di Dubai, si trova su posizioni diametralmente opposte a quelle del
presidente francese Macron in tema di nucleare e sostiene che esiste un grande
problema per quanto riguarda le scorie così come l’emissione di CO2, anche da
questa fonte. La mia risposta è stata in questi
termini. “Al problema delle scorie ci sono già molti rimedi, sia temporanei che
definitivi. Certo, come tutto costano ma i quantitativi sono infinitesimali
rispetto agli sversamenti liquidi da petrolio, l’emissione di particolato
solido da carbone e tutte le emissioni gassose dei combustibili fossili (che
sono molti milioni di tonnellate all'anno). I quantitativi totali di scorie
nucleari (e relativi involucri di protezione) prodotti negli ultimi 45-50 anni
da tutti gli impianti a reattori nucleari (anche la ventina per sola ricerca)
possono essere agevolmente contenuti in una sola nave. Delle stesse dimensioni
di una sola della dozzina o più di petroliere che sono affondate negli anni disperdendo
il loro carico in mare e producendo disastri ambientali, sia in mare che sulle
coste, di proporzioni immani.
Le emissioni di CO2 da nucleare sono
esclusivamente quelle per la produzione di ferro e cemento per la costruzione
degli impianti. Lo stesso si può dire per le centrali a carbone, a gas o a
petrolio. Ma anche per altri grandi impianti di produzione da fonti rinnovabili.
Nell'esercizio di una centrale nucleare, l'unica emissione è vapor d'acqua
(quello bianco che si vede uscire dalle torri di condensa fatte a cestino da
carta, per intenderci. Che vengono sempre mostrate come lo spauracchio del
nucleare e che sono la cosa più innocua di questo mondo). Lo smantellamento
delle centrali nucleari in Germania, soprattutto con le due guerre ora in atto,
è stata una bella zappa sui piedi. Soprattutto in quanto la produzione costante
di energia avviene ora per oltre l’80% del fabbisogno col carbone di cui la
Germania ancora dispone in abbondanza. Insomma, gli argomenti della ministra
tedesca non stanno in piedi. Forse ci sono tante altre considerazioni tecniche,
economiche, geopolitiche ecc. ecc. che si potrebbero opporre o aggiungere alla
visione di Oliver Stone. Però in molti casi si tratta di valutazioni relative a
parametri che non sono di immediata comprensione. Per esempio, se la
proliferazione delle centrali nucleari, in un'epoca che sta andando sempre più
verso guerre regionali, possa rappresentare un ulteriore fattore di rischio
oppure addirittura un fattore di deterrenza alla scelta della guerra!” Un altro scambio, con Angelo Gaccione,
mi sembra degno di essere riportato all’attenzione dei lettori di “Odissea”. R.R.: Il documentario di Oliver Stone in
programma sulla 7, mi sembra meritevole di attenzione. Chiaramente non lo
condivido in toto ma è stato realizzato con cura e dovizia di particolari e
credo che meriti una riflessione pacata e obiettiva. Poi eventualmente ci
tornerò sopra... A.G.: Andrebbe aperta una discussione
pubblica su questo docufilm con scienziati e ricercatori alla luce di quanto da
lui documentato. R.R.: Si, giusto, sarebbe auspicabile. Tuttavia,
di discussioni ce ne sono state tante, anche recentemente. Per esempio in
Germania, dopo molto discutere, il governo ha preso decisione di smantellare
tutte le centrali nucleari, anche le più moderne e sicure ed ora produce la
stessa energia col carbone. Il risultato è la produzione dì inquinanti e gas
serra 20 volte quelli della Francia. I danni causati da queste scorie saranno,
nel giro di pochi anni, superiori a quelli dei disastri causati dalle centrali
nucleari in tutto il mondo, escluso forse Chernobyl. Non mi sembra molto lungimirante. Purtroppo, dopo tanto discutere da parte
di tanti esperti e scienziati, le decisioni spettano comunque alla politica.
Così vengono prese, o a furor di popolo o per convenienza elettorale e gli
illuminati e ponderati pareri di scienziati, economisti, esperti di ogni
genere, sono semplicemente ignorati. È altrettanto chiaro che l'isteria
popolare (che porta consenso e voti) non è il massimo del raziocinio ed è
manipolabile e manipolata da chi ha interessi economici (per esempio i produttori
di combustibili fossili) o politici (leader populisti a destra e a manca). Il
parere degli esperti non tira! Vedi la posizione attuale su Covid-19 e vaccini
anti-Covid del “pensiero unico”. *R. Rinaldi,
“Odissea”, domenica 9 gennaio 2022 https://libertariam.blogspot.com/2022/01/fabbisogno-energetico-e-sviluppo.html?m=1 ** R.
Rinaldi, “Odissea”, venerdì 21 gennaio 2022 https://libertariam.blogspot.com/2022/01/confronti-fonti-energetiche-diromano.html?m=1