Decima
puntata * Il
Comandante di una batteria di milizia contraerea fu decorato di medaglia
d’argento con questa motivazione: “Comandava intrepido il fuoco contro una
formazione nemica. Essendosi inceppata l’arma, seguitava imperterrito a fare pa
- pa - pa, ottenendo lo stesso risultato”. * Un
disgraziato scrive al Padre Eterno chiedendo mille lire. Dopo molte
riflessioni, considerando che il Papa, il Re e Mussolini sono a Roma, indirizza
la lettera “Al Padre Eterno, Roma”. La lettera viene consegnata a
Mussolini, che impietosito da tanta ingenuità ordina vengano spedite al
poveretto £ 500, con queste parole: “Il Padreterno mi incarica di spedirti
questo denaro”. Dopo
qualche giorno, il Padreterno riceve questa lettera: “Caro Padreterno,
sapevo che mi avresti risposto e ti ringrazio. Ma un’altra volta rispondi tu
direttamente perché quel tuo Mussolini non mi ha passato che lire £ 500!” * Un
tale sparla del fascismo e della guerra, che perderemo perché non abbiamo né
fucili, né proiettili, né altro. Dai e dai viene arrestato e processato. Al
processo ripete cocciutamente le stesse cose. Viene condannato alla
fucilazione. L’avvocato,
però, riesce a convincere il Duce dell’infermità di mente del suo cliente ed
ottiene la grazia. Giubilante si reca nel carcere a comunicare la nuova. “Ma
se lo dicevo, io”, gli risponde il condannato, “come avrebbero potuto
fucilarmi se non hanno né fucili né proiettili!” * Quando
d’Italia ero soltanto Re, bevevo un profumato e buon caffè. D’Africa
diventato Imperatore, dovetti contentarmi dell’odore. Adesso
che son Re dell’Albania, anche l’odore se n’è andato via. * “Sai
che a Livorno metteranno su una gran fabbrica di pesce in scatola?” “Perché?” “Perché
da quando hanno seppellito Ciano, hanno il salmone!” * Si
è proposta la santificazione di Galeazzo Ciano perché molti mesi dopo la sua
morte, avendo sentito uno strano rumore accanto alla sua tomba, questa è stata
aperta: il cadavere, miracolosamente, continuava a masticare! * Ricercare
il discorso del Duce dopo l’occupazione di Roma (4. 6. 44) -
Una vera barzelletta! * Hitler
e Mussolini in un momento di pessimismo sospirano pensando all’avvenire. Dice
Hitler: “Finiremo in croce come Cristo!” Risponde
Mussolini ottimista: “Levati questa paura perché tanto ai nostri popoli non
è rimasta né legna né chiodi!” * In
casa di Mussolini si discute che cosa si farà nell’avvenire desolante della
sconfitta. Dice
Rachele: “Tornerò a fare la serva in un’osteria” Dice
Vittorio: “Farò il pilota. Volerò” Dice
il padre: “Scriverò articoli per qualche giornale” Edda
sorride, sicura, e dice: “Io seguiterò a fare quello che ho sempre fatto”. * Mascagni
chiama Livorno: Cianopoli.