Sono
passati 18 mesi dal risultato elettorale del 25 settembre 2022 e la vicenda
legata al Comune di Bari ha disvelato, se mai ce ne fosse stato bisogno, la
vera natura dello spostamento a destra verificatosi in Italia attraverso quel
voto frutto della disillusione generale provocata dalla ventata di antipolitica
emersa nel corso della crisi degli anni '10. Una realtà molto complessa alla
quale si era cercato di dare risposta attraverso l'espressione materiale di una
tecnocrazia che, alla fine, ha provocato (in una fase di inedita emergenza)
ulteriore distacco e ridimensionamento delle forze democratiche. Inutile
elencare tutti gli elementi di sottovalutazione di questo stato di cose a
partire dall'accettazione di una formula elettorale voluta a suo tempo da
presuntuosi corifei della "governabilità" (convinti che sarebbe
toccata loro in eterno per diritto divino e attraverso qualsivoglia
combinazione). Da sottolineare invece l'incertezza espressa dalle principali
forze di opposizione nel definire l'identità del nuovo quadro maggioritario
presente in questa legislatura: si è fatto fatica a capire l'intendimento della
destra di stravolgimento dell'assetto costituzionale nell'idea di superare la
Repubblica Parlamentare nata dal dettato della Carta Fondamentale emanata nel
'48. Del
resto in passato questi elementi di leggerezza nell'affrontare il tema
delicatissimo dell'identità repubblicana erano già emersi e per fortuna
respinti (per due volte dal voto popolare). Oggi i campi appaiono però
nettamente divisi: da un lato appare evidente l'eversione costituzionale e
dall'altra un campo democratico che stenta a trovare i termini concreti di una
politica unitaria da portare avanti soprattutto sul terreno istituzionale. È questo il tema che propone proprio questo ultimo
assalto che si sta verificando in queste ore (senza dimenticare però gli
elementi di debolezza che pure, nel frangente, si sono dimostrati dalla nostra
stessa parte). Il
tema non è quello del cosiddetto "campo largo" ma quello del
"campo democratico - costituzionale" da costruire immediatamente
cercando l'adesione di chi non ha incertezze nel definire la situazione
analizzandola invece con la necessaria chiarezza che richiede la radicalità
delle contraddizioni in atto. Le elezioni europee potranno essere affrontate
con il senso di appartenenza che richiede il sistema proporzionale ma
egualmente presentando assieme tra le diverse forze una "griglia
interpretativa" comune relativa alla forma concreta della Democrazia
Repubblicana impostata dalla nostra Costituzione quale elemento indispensabile
di coesione in vista di futuri difficili appuntamenti che richiederanno il
massimo possibile di una salda visione unitaria.