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lunedì 25 marzo 2024

DESTRA E CAMPO DEMOCRATICO
di Franco Astengo
 


Sono passati 18 mesi dal risultato elettorale del 25 settembre 2022 e la vicenda legata al Comune di Bari ha disvelato, se mai ce ne fosse stato bisogno, la vera natura dello spostamento a destra verificatosi in Italia attraverso quel voto frutto della disillusione generale provocata dalla ventata di antipolitica emersa nel corso della crisi degli anni '10. Una realtà molto complessa alla quale si era cercato di dare risposta attraverso l'espressione materiale di una tecnocrazia che, alla fine, ha provocato (in una fase di inedita emergenza) ulteriore distacco e ridimensionamento delle forze democratiche.
Inutile elencare tutti gli elementi di sottovalutazione di questo stato di cose a partire dall'accettazione di una formula elettorale voluta a suo tempo da presuntuosi corifei della "governabilità" (convinti che sarebbe toccata loro in eterno per diritto divino e attraverso qualsivoglia combinazione). Da sottolineare invece l'incertezza espressa dalle principali forze di opposizione nel definire l'identità del nuovo quadro maggioritario presente in questa legislatura: si è fatto fatica a capire l'intendimento della destra di stravolgimento dell'assetto costituzionale nell'idea di superare la Repubblica Parlamentare nata dal dettato della Carta Fondamentale emanata nel '48.
Del resto in passato questi elementi di leggerezza nell'affrontare il tema delicatissimo dell'identità repubblicana erano già emersi e per fortuna respinti (per due volte dal voto popolare). Oggi i campi appaiono però nettamente divisi: da un lato appare evidente l'eversione costituzionale e dall'altra un campo democratico che stenta a trovare i termini concreti di una politica unitaria da portare avanti soprattutto sul terreno istituzionale.
È questo il tema che propone proprio questo ultimo assalto che si sta verificando in queste ore (senza dimenticare però gli elementi di debolezza che pure, nel frangente, si sono dimostrati dalla nostra stessa parte).
Il tema non è quello del cosiddetto "campo largo" ma quello del "campo democratico - costituzionale" da costruire immediatamente cercando l'adesione di chi non ha incertezze nel definire la situazione analizzandola invece con la necessaria chiarezza che richiede la radicalità delle contraddizioni in atto. Le elezioni europee potranno essere affrontate con il senso di appartenenza che richiede il sistema proporzionale ma egualmente presentando assieme tra le diverse forze una "griglia interpretativa" comune relativa alla forma concreta della Democrazia Repubblicana impostata dalla nostra Costituzione quale elemento indispensabile di coesione in vista di futuri difficili appuntamenti che richiederanno il massimo possibile di una salda visione unitaria.