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venerdì 19 aprile 2024

A MATTARELLA
di Angelo Gaccione

 


Uno scrittore scrive al Presidente.


In qualità di presidente della Repubblica lei dovrebbe vigilare perché venga rispettato il principio costituzionale che stabilisce il ripudio della guerra e dunque la salvaguardia della patria e della nazione, vale a dire, i suoi beni materiali ed immateriali (tutto l’immenso patrimonio architettonico ed intellettuale che l’Italia possiede) e le vite dei suoi cittadini, senza i quali non ci sarebbe né patria né nazione. Invece gli italiani non sentono parlare che di possibile conflitto nucleare, di economia di guerra, di aumento della spesa militare, di missioni di guerra fuori dai confini nazionali, di movimenti di armi sul nostro territorio che nessuno ha finora minacciato, di elogi a quella organizzazione super-armata e criminale chiamata Nato e che avrebbe dovuto essere sciolta un minuto dopo che era stato smantellato il Patto di Varsavia e cancellata la cortina di ferro. Lei ha insegnato all’Università e ha sempre rivestito cariche politiche, dunque non è uno sprovveduto né un ingenuo. Lei sa quanto me che le armi hanno prodotto sempre due risultati: la guerra e la devastazione. Lei lo sa con maggiore consapevolezza personale perché le armi di assassini hanno portato il lutto nella sua famiglia, dunque dovrebbe esserne il più deciso avversario. Lo dovrebbe essere come uomo, prima che come presidente della Repubblica, e lo dovrebbe essere come cattolico, se davvero crede nella parola di Cristo. Non mi risulta che Cristo avesse alle sue dipendenze legionari armati, né che la sua Chiesa prevedesse alleanze militari e armi di distruzione di massa. Se il conflitto nucleare che si sta alacremente apparecchiando si verificherà, nessuno storico futuro potrà darne conto perché saremo tutti liquefatti: io, lei, gli storici, i nostri figli e nipoti (anche i suoi), il patrimonio culturale mondiale, ogni sorta di piante e di altri esseri sensienti (l’intero creato, come ci ricorda allarmato il Papa nell’indifferenza sua e di altri capi di Stato e di Governo accecati da un delirio di morte). Se invece, miracolosamente usciremo vivi da questa crisi, sappia che lei rischia di passere alla storia come un uomo che non ha mosso un dito per la pace. Come un cattolico che ha creduto non al Vangelo, ma alla guerra.