FASCISMO, COMUNISMO E UOMINI DI
PENSIERO di Luigi Mazzella
Fascismo
e Comunismo hanno una matrice filosofica comune: l’idealismo tedesco di fine
Ottocento (che affonda, però e purtroppo, le sue radici in Platone). Li unisce
l’assolutismo delle loro asserzioni di natura utopica e sempre sedicente “salvifica”,
l’autoritarismo dei sistemi politici che hanno generato, i disastri che hanno
procurato all’umanità con Hitler, Mussolini e Stalin.Li differenzia, tra tante altre cose di natura ideologica,
l’atteggiamento diverso, spesso opposto, nei confronti degli intellettuali, gli
uomini di pensiero, i dottrinari del sapere accademico, gli scrittori. In che
senso e in che modo?I comunisti si
sforzano di blandirli e se non ci riescono chiudono intorno ad essi una sorta
di cordone invalicabile che li condanna, con il silenzio, all’oblio.I fascisti partono lancia in resta contro di essi, li censurano
con voce reboante, mettendoli a tacere con mezzi anche brutali. I neo-fascisti della “pulzella” al governo del Paese si stanno ponendo in
modo sempre più deciso e palese i nella scia avviata da Mussolini negli anni
Venti con Gaetano Salvemini, Gaetano De Sanctis, Giuseppe Antonio Borgese,
Antonio De Viti De Marco e altri numerosi docenti universitari. Il primo destinatario dell’attenzione ostile della “pulzella della
Garbatella” (sempre con l’ascia di guerra in pugno) è stato Luciano Canfora: il
filologo aveva definito la Presidente del Consiglio “neonazista” anziché
“neofascista” (testualmente: “nell’animo”) e ciò gli ha procurato un rinvio a
giudizio dinanzi a un organo della magistratura italiana, sempre attenta ai
processi di natura politica. Il secondo è stato lo scrittore Antonio Scurati,
autore di diversi libri su Mussolini (tra cui il nuovo “M”) che si è visto “censurare”
un monologo per RAI3 sul 25 Aprile attraverso l’annullamento del contratto. Naturalmente,
secondo i notisti politici che si sono occupati dei due interventi, siamo solo
all’inizio dell’ondata repressiva della Destra al potere; ma i due nomi citati
sono già stati, idealmente, aggiunti a quelli degli uomini di pensiero non
graditi a Mussolini. Domanda finale: è una conferma della teoria di
Giambattista Vico sui “corsi e ricorsi storici” o piuttosto del detto popolare sulle
gravidanze ripetute di certe mamme?