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mercoledì 15 maggio 2024

CAMBIARE STRADA O SPARIRE
di Paola Zan



Ci hanno addestrato fin da piccoli con giochi mirati a far introiettare e accettare comportamenti aberranti e pare perfino cosa buona e giusta che gli stati si armino per fare le guerre con l’obiettivo di difendersi innanzitutto, ma anche, casualmente, per accaparrarsi nuove risorse e aree di mercato. Ma, attenzione, se non ci fossero frontiere, gli esperti di socioeconomia sostengono, il PIL mondiale crescerebbe istantaneamente almeno del 3%. Perché, vi chiederete. Perché proprio onorando i principi del liberismo, le persone sarebbero libere di migrare scientemente dove ritengono più opportuno e portare con sé nuove idee e fondare nuove imprese sulla base delle considerazioni che qualsiasi mente imprenditoriale sana farebbe: impiegare, senza distruggere, le peculiarità locali. Invece negli ultimi duecento anni (inutile ripetere qui le modalità agghiaccianti con cui ciò si sia attuato) siamo andati al massacro dei popoli e alla forte compromissione, se non distruzione, degli ecosistemi.
Quando saremo saturi di plastica in tutti i comparti dell’ambiente, inizierà la Guerra dell’Acqua, l’ultima. Se contiamo il rischio di contaminazione globale da radioattività, non so se possiamo nemmeno sperare di cavarcela rintanandoci (in una esigua minoranza) sottoterra... Insomma siamo una specie che ha firmato la propria estinzione per avidità di ricchezze immediate, effimere, apparenti.
Dario Fo sosteneva nel suo L’apocalisse rimandata, benvenuta catastrofe, che dovremmo riflettere seriamente sulla questione energetica anche a livello privato, individuale, e sulla qualità/quantità dei nostri consumi. Si sente dire sempre con maggiore insistenza che oggi vale la pena tentare di ri-alfabetizzare le masse a partire proprio dai consumi. Perché i consumi sono alla base della nostra vita. Ci connotano. Vogliamo appartenere alla schiera di coloro che come automi comprano qualsiasi cosa pubblicizzata (o di cui per vie traverse si insuffli il desiderio), o vogliamo esercitare il grande potere di scegliere e orientare attraverso i consumi l’onda produttiva industriale che certamente tiene dietro ai flussi di mercato, fino a intercettare la tendenza (come è bastato coi CFC o l’olio di palma...) e anticipare la concorrenza? Conviene ragionarci bene sopra!