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domenica 9 giugno 2024

ANTISEMITISMO
di Katia Tarsia



Sostantivo maschile [dal ted. Antisemitismus (Ch. F. Rühs, 1816); cfr. antisemita, che è però voce posteriore]. Avversione e lotta contro gli Ebrei, manifestatasi anticamente come ostilità di carattere religioso, divenuta in seguito, spec. nel sec. 20°, vera e propria persecuzione razziale basata su aberranti teorie pseudoscientifiche.
(dal vocabolario Treccani)
 
L'etimologia della parola è ben diversa, è cioè, precisamente composta da anti (cioè contro) e semitismo (cioè cultura semita). Con il termine semita si identifica una precisa etnia che non ha in comune la religione ma bensì la lingua ed il territorio. Infatti, i semiti sono coloro che parlano, o hanno parlato, lingue del ceppo semitico, cioè gli Arabi, gli Ebrei, gli Aramei, gli Assiri, i Cananeo-Fenici, e sono originari di un preciso territorio  del Medio Oriente. Le parole sono importanti, perché attraverso queste si diffondono le idee. Idee di odio e divisione o di amore e di unione. La definizione attuale, che proviene da una convenzione (e non dalla sua radice etimologica), è divisiva e portatrice di razzismo e di odio. Ecco il perché.
Un americano ebreo nato e cresciuto in America, e proveniente da generazioni americane, appartiene ad un'etnia differente rispetto ad un americano cattolico? No, entrambi sono americani ma di religione differente e, paradossalmente, nessuno di loro è semita. Invece, qualcuno che odia la cultura palestinese può essere definito Antisemita? Ovviamente sì, dato che i palestinesi appartengono all'etnia semita e sono originari della stessa terra dei semiti. Sono effettivamente due popoli quello ebreo semita e quello palestinese? se hanno in comune la stessa lingua e la stessa terra, perché dividerli? Ridefiniamo il termine Antisemita affinché questa parola non divida ma unisca, nel suo significato, il popolo semita, un popolo con due credi diversi ma uniti dallo stesso Dio.