ANTISEMITISMO
di
Katia Tarsia
Sostantivo
maschile [dal ted. Antisemitismus (Ch. F. Rühs, 1816);
cfr. antisemita, che è però voce posteriore]. Avversione e lotta contro
gli Ebrei, manifestatasi anticamente come ostilità di carattere religioso, divenuta
in seguito, spec. nel sec. 20°, vera e propria persecuzione razziale basata su
aberranti teorie pseudoscientifiche.
(dal
vocabolario Treccani)
L'etimologia
della parola è ben diversa, è cioè, precisamente composta da anti (cioè
contro) e semitismo (cioè cultura semita). Con il termine semita si
identifica una precisa etnia che non ha in comune la religione ma bensì la
lingua ed il territorio. Infatti, i semiti sono coloro che parlano, o hanno parlato, lingue del ceppo semitico, cioè gli Arabi, gli Ebrei, gli Aramei, gli Assiri, i Cananeo-Fenici, e sono originari di
un preciso territorio del Medio Oriente. Le parole sono importanti, perché attraverso queste si diffondono le idee.
Idee di odio e divisione o di amore e di unione. La definizione attuale, che proviene da una convenzione (e non dalla sua
radice etimologica), è divisiva e portatrice di razzismo e di odio. Ecco il perché.
Un americano ebreo nato
e cresciuto in America, e proveniente da generazioni americane, appartiene ad
un'etnia differente rispetto ad un americano cattolico? No, entrambi sono americani ma di
religione differente e, paradossalmente, nessuno di loro è semita. Invece, qualcuno che odia la cultura
palestinese può essere definito Antisemita? Ovviamente sì, dato che i
palestinesi appartengono all'etnia semita e sono originari della
stessa terra dei semiti. Sono effettivamente due
popoli quello ebreo semita e quello palestinese? se hanno in comune la stessa
lingua e la stessa terra, perché dividerli? Ridefiniamo
il termine Antisemita affinché questa parola non divida ma unisca, nel suo
significato, il popolo semita, un popolo con due credi diversi ma uniti dallo
stesso Dio.