DOVE LA CITTÀ COMINCIA
di
Alessandro Zaccuri
Lo scrittore Alessandro Zaccuri
La
mia famiglia arrivò a Milano nel 1972. Avevo nove anni e resto convinto che,
rispetto a oggi, fosse un’altra città. Abitavamo alla Barona, quartiere
meridionale che in quel periodo si stava riqualificando come zona residenziale.
I padroni di casa erano tutt’altro che abbienti, ma avevano acceso il mutuo al
momento giusto e quel mutuo adesso glielo pagava il nostro affitto. Era un
grande complesso abitativo, di quelli che andavano per la maggiore all’epoca.
Un unico serpentone con tanti ingressi in successione, sussiegosamente
rinominati “scale”. Nelle giornate di nebbia, da un estremo dell’edificio non
riuscivi a vedere la costruzione per intero. Anche la nebbia, cinquant’anni fa,
era di una sostanza diversa, più invadente e densa. Quando ho nostalgia di
quello scenario, mi basta recuperare certe sequenze dello Stalker di
Tarkovskij. Non per vantarmi, ma per un po’ anch’io sono stato uno della Zona.
Qualche
anno più tardi, quando i proprietari si decisero a insediarsi nell’appartamento,
ci spostammo verso il centro, in quello che era e rimane un buon indirizzo. Non
lo rivelo più per pudore che per privacy, anche se di recente mi sono reso
conto di aver avuto un futuro presidente del Consiglio tra i vicini di casa.
Vogliamo restare sul vago? Bene, diciamo piazza De Angeli e adiacenze, il Pio
Albergo Trivulzio dall’altro lato della circonvallazione e le boutique di via
Marghera a due passi. Alla Barona, da lì in poi, era tutta campagna. Da De
Angeli, invece, era tutta città: piazza Piemonte, corso Vercelli, corso
Magenta, via Meravigli, lo slargo del Cordusio, il trionfo del Duomo. L’Università
Cattolica rimane a metà strada: lì ho studiato, lì lavoro. Per me questa è
Milano in purezza. Il Cenacolo, Sant’Ambrogio, San Maurizio, i resti romani.
Non mi azzardo a chiamarla la mia zona, mi ritengo fortunato per il solo fatto
di poterla frequentare ogni giorno.
Lo scrittore Alessandro Zaccuri |