LE BIBLIOTECHE E IL CONFRONTO di
Girolamo Dell’Olio
Per
l’apertura dei lavori del rinnovato Consiglio comunale di Firenze, martedì 16
luglio, verrà distribuito ai fiorentini e ai visitatori, dalle 13 alle 16,
dinanzi all’ingresso di Palazzo Vecchio in Via de’ Gondi, il seguente
contributo informativo. Marzo 2024, alla direzione delle Oblate, la biblioteca
centrale di Firenze, arriva un’offerta gratuita di appuntamenti pubblici per le
biblioteche di quartiere sul tema “L’impatto del digitale sulla scuola. Quale futuro
per noi, i nostri amici, i nostri bambini, i nostri ragazzi?”.A presentarla,
un’associazione di volontariato attiva da trent’anni a Firenze. Al programma è
allegato un documento che il Ministero ha trasmesso a tutte le scuole
d’Italia: sono i risultati dell’indagine conoscitiva promossa dalla Settima
Commissione permanente del Senato sull’impattodeldigitalesuglistudenti,conparticolareriferimento aiprocessidiapprendimento. Le
conclusioni dell’indagine, condotta consultando neurologi,
psichiatri, psicologi, pedagogisti, grafologi ed esponenti delle Forze
dell’ordine, approvate dalla Commissione all’unanimità,
suonano drammatiche. Evocano la «dittaturaperfetta»vaticinata
daAldousHuxley: “Una prigione
senza muri in cui i prigionieri non sognano di evadere. Unsistema di schiavitù nel quale, grazie al
consumismo e al divertimento, glischiaviamanolaloroschiavitù”.
E ammoniscono: “Giovani schiavi resi drogati e decerebrati: gli studenti
italiani. I nostrifigli,inostrinipoti.Inunaparola,ilnostrofuturo”. I nostri cuccioli, denuncia il documento, sono sotto attacco a
360 gradi. “Ci sono i danni fisici: miopia, obesità, ipertensione, disturbi
muscolo-scheletrici, diabete. E ci sono i danni psicologici: dipendenza,
alienazione,depressione,irascibilità,aggressività,insonnia,insoddisfazione,diminuzionedell’empatia.
Maapreoccuparedipiùèlaprogressivaperditadifacoltà mentali
essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentatoquella che sommariamente chiamiamo
intelligenza: la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico,
l’adattabilità, la capacità dialettica...”. La scuola - col distopico Piano 4.0 e i generosi fondi europei
del PNRR a foraggiarlo - aggiunge del suo. Non converrebbe dunque cominciare a
parlarne?
Maggio 2024, tre
biblioteche di quartiere manifestano interesse per l’iniziativa e la documentazione
allegata, i contenuti, le finalità, l’approccio, e chiedono di studiare insieme
come e quando partire con gli appuntamenti di dialogo e di auspicata
interazione fra famiglie, insegnanti, educatori, pediatri. L’associazione
promotrice accoglie l’invito a incontrarsi, a esaminare gli ambienti che
ospiteranno gli incontri, a stabilire un calendario. Ma, improvvisamente e inspiegabilmente,
l’offerta viene rigettata, liquidata con poche righe povere di motivazioni
plausibili e di cortesia istituzionale, vergate da un funzionario delle Oblate
mai incontrato. Ai proponenti non viene accordata neppure un’opportunità di
confronto.Tutto documentato. Al
netto delle modalità di rapporto con la cittadinanza attiva, le istituzioni
culturali di base della Firenze già ‘capitale della cultura’ paiono non
considerare dunque sufficientemente seria e preoccupante l’emergenza educativa
digitale, a dispetto delle allarmate conclusioni della Commissione del Senato:
l’impattosui
bambini, sui ragazzi e sugli stessi adulti non risulta poi così drammatico da
doversene occupare con qualche sollecitudine! Succede a Firenze, all’ombra
di Palazzo Vecchio. La stessa Firenze in cui: si rovesciano 2735 milioni
(ad oggi) in un’opera ciclopica, la TAV, mal progettata e obsoleta; si scavano 13 km di tunnel
con una valutazione d’impatto monca e senza un piano di emergenza; si progetta una stazione
fuori contesto destinata a danneggiare chi abita o viene in visita alla città; si desertifica a macchia
d’olio il centro storico e si mercificano i beni culturali; si
sacrifica il patrimonio arboreo e si prepara un cielo rinascimentale popolato di droni e
controlli. Sarà un caso? Vogliamo provare a unire questi
puntini? Che disegno vien fuori?