FINE DELLE ASTRUSERIE “DEMOCRATICHE”? di Luigi Mazzella
Il
fallito attentato (che sarebbe “di Stato”, secondo alcuni osservatori politici
statunitensi) ai danni di Donald Trump (che scampando alla morte
avrebbe, molto verosimilmente, “graziato” noi tutti, allontanando dai
nostri Paesi l’incubo, altrimenti inevitabile, della minacciosa
distruzione nucleare sembra che stia cambiando le carte in tavola anche in
casa nostra. Meloni, Schlein, Calenda, Renzi non sanno come deporre, senza
dare nell’occhio, l’ascia di guerra che con clamorosi camaleontismi avevano
imbracciato (allineandosi come tanti disciplinati “balilla” agli input
d’Oltreoceano). Essi temono che Trump e Vance con buona probabilità, se
vittoriosi (e il fallito attentato ha offerto loro molte
più chance del previsto) non gradirebbero il loro bellicismo
ferocemente antiputiniano e diffiderebbero anche di Conte che già Trump chiamò
Giuseppi, per sottolineare che ne aveva intuito, con quel plurale del nome, il
suo sostanziale doppiogiochismo da “agente provocatore”. Naturalmente essi
sanno pure che Trump è come ogni “prodotto” della cultura Occidentale, (composta
da un conglomerato di cinque dottrine: tre religiose e due politiche
ugualmente intolleranti e autoritarie) un vero “assolutista”, ma hanno capito
che è un “Re Sole” che ha colto bene l’inganno che gli ha fatto la “congrega”
di Jean Baptiste Colbert, circondando il potere politico di una pletora di
dipendenti statali (con stipendi a carico del bilancio pubblico: amministrativi,
magistrati, spioni, diplomatici e militari) che man mano hanno finito per
esercitare essi il potere in luogo del Monarca. I nostri pavidi
“governanti” e i tremebondi “oppositori”, gli uni e gli altri devoti esecutori
di ordini provenienti da sevizi segreti (CIA. MI6) e organismi internazionali
(NATO, UE) hanno capito che con Trump “non ci sarà trippa pe’ gatti” e temono
per il loro futuro, ben compensato, di servi fedeli.
Che succederà nell’Occidente
non americano? In queste terre, da oltre duemila anni, la razionalità, per
varie e complesse circostanze storiche, filosofiche, fattuali, di lunga
consuetudine ha abbandonato, purtroppo, anche l’intera popolazione un tempo
adusa agli empirismi, alla concretezza, alla conoscenza della vera realtà:
fisica e non metafisica. La scena è stata repentinamente occupata
da astruserie di vario genere che, pur vissute come fatti di normale
ordinarietà hanno alimentato una lotta senza quartiere tra
opposte credenze religiose, le più fantasiose e inverosimili, tra
fanatismi ideologico-politici, clamorosamente smentiti dalla Storia (che ne ha
dimostrato la loro criminale distruttività), tra le più complicate e inintelleggibili
teorie economiche, tra le costruzioni giuridiche più lontane dai percorsi
logici, tra “definizioni” solenni comprensive di tutto e del contrario di
tutto. Ne è nata una lotta generalizzata capillarmente diffusa che ha
avuto il solo risultato, obbligato dalle visioni assolutistiche tra loro
completamente inconciliabili, di spingere tutti verso un odio reciproco sempre
più parossistico e feroce. Il culmine lo si è raggiunto quando si è passati,
dopo un largo lasso di tempo alla guerra all’interno dell’ Europa: con
essa l’irrazionalità ha raggiunto il suo diapason e i suoi effetti più
distruttivi sono apparsi inevitabili perché a volere la rissa fino al rischio
della distruzione nucleare sono stati tutti: Ebrei, Cristiani cattolici e
protestanti, Islamici, Fascisti e Comunisti. Tutti i “fanatici dell’odio
innanzitutto” hanno isolato, riducendoli a un sostanziale silenzio, i pochi che
tentavano di opporsi alla follia dell’autodistruzione con la guerra. La domanda
allora è: superato il camaleontismo e i voltafaccia di tutti “i credenti e
fanatici” dell’Occidente, saprà quest’ultimo ritrovare la strada delle scelte
razionali, mandando a corsi serali “di ripetizione per bocciati” i suoi attuali
governanti e oppositori?