Inaspriscono le leggi invece di farne
una decente sul fine vita. La sentenza della Corte costituzionale
sul fine vita non arriva, e la pressione del Governo Meloni per ottenere una
nostra condanna aumenta.Si
moltiplicano infatti le richieste alla Corte di una decisione che possa portare
a una condanna da 5 a 12 di carcere di Chiara Lalli, Felicetta Maltese e
me (oltre agli altri 9 disobbedienti civili negli altri procedimenti), ma
soprattutto la condanna alla tortura per persone malate e in condizioni
simili a quelle di Laura Santi e Martina Oppelli.Come primo atto, il Governo si è costituito in giudizio contro di
noi, sostenendo che la questione di legittimità costituzionale sarebbe
inammissibile e che la Consulta non dovrebbe nemmeno dare una risposta a ciò
che Filomena Gallo e il nostro collegio legale hanno evidenziato e cioè il
carattere discriminatorio del criterio del “trattamento di sostegno vitale”,
che esclude molte tipologie di persone affette da patologie irreversibili e
sofferenze insopportabili dal diritto di accedere all’aiuto alla morte
volontaria.Non avendo
dalle parti del Governo evidentemente ritenuto sufficiente la costituzione in
giudizio contro di noi, si è aggiunta la mobilitazione di un altro
organo di nomina governativa: il Comitato Nazionale per la
Bioetica (CNB), non a caso presieduto da Angelo Vescovi, già uomo-immagine
della campagna clericale di boicottaggio anti referendario sulla legge 40
(“sulla vita non si vota”, diceva Vescovi, che sosteneva l’inutilità della
ricerca sulle cellule staminali embrionali, senza mai essersi scusato da
allora). Il
Comitato Nazionale per la Bioetica – dopo 8 mesi di silenzio da quando era
stato interpellato dalla Regione Umbria – ha scelto proprio questi giorni
di riunione della Corte costituzionale per pubblicare un parereche dà ragione al Governo contro di
noi, raccomandando un’applicazione il più possibile restrittiva e
discriminatoria del “trattamento di sostegno vitale”. Un organo di consulenza alle
istituzioni come il CNB è stato così ridotto a strumento di propaganda e
indebita pressione sulla Corte costituzionale, sollevando la rivolta di quasi
metà dei componenti che si sono opposti al momento del voto. E il Parlamento? Non pervenuto. La
discussione del disegno di legge a prima firma Bazoli è calendarizzata per il
17 settembre, ma il testo è addirittura peggiorativo rispetto alle norme
attualmente in vigore.Nel
frattempo, abbiamo risposto nell’unico modo possibile: dando la parola alle
persone. In particolare, abbiamo reso nota la richiesta di 10 persone, malate irreversibili, che si sono rivolte a noi per chiedere
alle Asl l’aiuto alla morte volontaria e che stanno incontrando ostacoli e
boicottaggi di ogni tipo, sempre in difesa del “trattamento di sostegno
vitale” che nessun Paese al mondo considera una condizione necessaria per
accedere alla morte assistita. Non ci fermiamo. Contiamo sul vostro
aiuto.
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