FRANCIA TRA EUROPEE E LEGISLATIVE di
Franco Astengo
I numeri delle elezioni
Dal
punto di vista dell'analisi elettorale, in attesa dell'esito dei ballottaggi, appare
sicuramente interessante la comparazione tra il turno delle europee svolto in
Francia il 3 giugno e quello delle legislative convocate d'urgenza dal
presidente Macron per l'appena trascorso 30 giugno. Un
fatto singolare con pochi precedenti: nel giro di pochi giorni si sono svolte
le elezioni europee e le elezioni politiche e valutare le diversità nella
partecipazione e nelle espressioni di voto appare sicuramente esercizio di
grande interesse. La drammatizzazione del quadro politico dovuto all'avanzata
della destra ha sicuramente contribuito a una sorprendente crescita nella
presenza alle urne. Il corpo elettorale è rimasto sostanzialmente inalterato:
alle europee aveva diritto di voto 49.462.981 elettrici ed elettori mentre alle
legislative gli iscritti nelle liste assommavano a 49.332.732 unità. In
conseguenza appare corretta una comparazione fondata sulle cifre assolute. Come
già riportato la partecipazione ha registrato una vera e propria impennata: da
24.753.773 voti validi espressi il 3 giugno a 32.060. 374 contati il 30 giugno,
uno scarto di 7.316.601 voti in più che naturalmente hanno avuto un effetto
sulle cifre assolute ottenute dai partiti. Tra
i due turni elettorali l'offerta politica ha subito una sostanziale modifica a
sinistra con la creazione del Nuovo Fronte Popolare: una coalizione
comprendente France Insoumise e i suoi alleati, le liste ecologiste, il partito
socialista e quello comunista con liste affini (in particolare la nuova
socialdemocrazia di Place Publique). Una
coalizione che ha presentato un programma molto avanzato sul piano sociale ma
soprattutto tenuta assieme dalla volontà di respingere il prevedibile assalto
portato dalla destra del Rassemblement National. Analizziamo
allora il voto del Fronte in termini di suffragi assoluti comparandolo ai voti
ottenuti dalle diverse liste nelle elezioni europee. Andando
per ordine: il Nuovo fronte popolare ha ottenuto nelle legislative del 30
giugno la somma di 8.974.463 suffragi. Il 3 giugno: la lista Reveiller l'Europe
comprendente il partito socialista e Place publique aveva avuto 3.424.216 voti;
France Insoumise e alleati (Union Populaire) 2.448.703 voti; Europe Ecologie
1.361.127; l'alleanza tra PCF e FGR 584.067 per un totale di 8.402.180 con un
saldo positivo di 572.283 voti, risultato sicuramente da rimarcare considerata
l'eterogeneità della coalizione che in questi casi non sempre riesce a produrre
la sommatoria del voti precedentemente ottenuti dalle forze che compongono
"l'ensemble". Diverso
il discorso per il Rassemblement National che alle Europee presentatosi come Le
France Revient! aveva ottenuto 7.765.936 voti saliti nell'occasione delle
Legislative a 9.377, 109 voti; un incremento di 1.611.173 suffragi. L'effetto
dell'incremento del numero dei voti validi ha fatto però sì che nella realtà in
percentuale il FN flettesse dal 31,37 al 29, 25. Buona
parte della mobilitazione elettorale avuta tra l'esito delle europee e il voto
delle legislative ha premiato l'area libdem che fa capo al presidente Macron:
alle Europee "Besoin d'Europa" aveva avuto 3.614.646 voti, alle
legislative ENS ha avuto 6.425.525 (più 2.810.879). Forte anche l'incremento
percentuale tra le due formazioni da da 14,60 a 20,04. Il sistema macronista è
crollato come funzione d'argine tra le estreme ma elettoralmente il partito e
la sua coalizione hanno dimostrato una presenza importante. Anche
Les Republicans hanno fatto registrare una crescita: da 1.794.171 voti a 2.104.
978. La nota politica conclusiva non può che riguardare la tripartizione che
segna il sistema politico francese tra RN, FP ed ENS si sommano 24.797.097 voti
su 32.060.374 pari al 77,34%, roba da Italia al tempo del sistema dei partiti. Ancora
una volta in Francia si presenta un grande problema di rapporto tra
governabilità e rappresentanza trascurato storicamente dall'attuale sistema. Rapporto
che passa attraverso la formula elettorale: le legislative saranno decise, con
ogni probabilità, dal gioco delle desistenze e dall'aderenza dell'elettorato a
questa dinamica, Ma potrebbe essere l'ultima volta che intere fette di
rappresentanza alla fine non trovano corrispondenza istituzionale. La prova
della desistenza repubblicana il 10 luglio avrà grande importanza così come la
tenuta del Fronte Popolare come progetto politico considerando anche che il
tema della guerra è stato poco considerato come fattore di determinazione del
voto: probabilmente un errore di valutazione rispetto all'esistenza di un fondo
pacifista nella società francese.