Se
e quando Donald Trump verrà eletto Presidente degli Stati Uniti d’America, Papa
Francesco, si sentirà più felice per due motivi: in primo luogo perché a volere
la pace saranno in due (oltre ai tanti che si uniranno a loro in seguito) e, in secondo
luogo, perché entrambi potranno parlare, credendovi, di un disegno divino che avrebbe
dirottato dall’alto dei cieli il colpo omicida dell’attentatore per consentire
al Pontefice di non essere più una melanconica e solitaria “vox clamans in
deserto” non ascoltata neppure, secondo una fonte di informazioni segrete ma
attendibili,dai suoi vescovi e
cardinali. Prima
Domanda: Saranno delusi dalla condivisione diffusa ed estesa di tale visione
miracolistica della vicenda gli atei razionalisti, quelli che sognano un
Occidente senza fideismi religiosi e senza fanatismi politici (ritenuti da essi
del tutto illogici e additati dalla
Storia come fonti di cruente catastrofi)? Certamente
sì! Si consoleranno, però, pensando che è meglio attendere il trionfo della
ragione in pace e tranquillità che non in guerra e con l’incubo della
distruzione nucleare. Seconda
Domanda: Riusciranno a superare la loro istintiva e profonda antipatia gli
anti-Trumpiani e gli anti-Bergogliani che hanno nel sentire intellettual-progressista
(in prevalenza:catto-comunista, in modo conscio o inconscio) il loro alleato
ideologico naturale e la motivazione più nascosta della loro avversione? Certamente,
sì! Hanno dato sufficienti prove di avere uno stomaco forte se, con il loro
intellettualismo da salotto, sono
passati dall’amore per Stalin all’odio per Putin, passando per un ideale
baciamani a Biden.