Teatro IL CANTO DEL VENTO DI RUSSO di
Giuseppe Puma
Cataldo
Russo, calabrese di nascita milanese d’adozione vive da anni in Lombardia dove
si è trasferito per motivi di lavoro, ma vive da tempo nell’hinterland milanese;
dirigente scolastico in pensione oramai si dedica a tempo pieno alla sua
attività di scrittore, poeta, drammaturgo e studioso di culture orientali. Alla
sua già vasta produzione letteraria si è aggiunto adesso il suo ultimo lavoro Il
Canto del vento, un libro impegnativo, importante composto da quattro
drammi, tre commedie, tre commedie drammatiche e un monologo: è una raccolta
teatrale che indaga a tutto tondo la realtà che ci circonda; è una finestra aperta
sul mondo in cui viviamo e che non manca di cogliere i simboli della
contemporaneità: il pretesto costruito deliberatamente per scatenare in “La
guerra ritrovata”, lo svilimento della politica con i comportamenti dei grandi
leader politici che non sembrano tanto dissimili da quelli dei boss mafiosi in
“La ragione con la forza”; la corruzione tramite le cene di autofinanziamento
dei partiti ne “Il Processo”; la rabbia e la violenza nei ghetti dove si ammassano
centinaia di migliaia di migranti in “Banlieue”.E ancora testi contro il razzismo, il
pregiudizio e il bullismo, come nei drammi “Il marciapiede” e “Monia”. Il
Canto del vento
è anche la voce che riesce a stupire il lettore con commedie come “Anziani e
badanti” e “Nei vicoli senza tempo” in cui si analizza il dramma degli anziani sempre
più condannati alla solitudine e allo sradicamento. Nel testo “Shakespeare chi
era costui?” l’autore sembra voler fare giustizia delle tante illazioni che
vorrebbero il “Cigno di Avon” ridotto al rango di truffatore: un processo dove
non mancano i colpi di teatro sia per le battute ironiche sia per l’esito
stesso del processo che non redime affatto la questione della paternità delle
opere dell’antico poeta-cantore dei popoli celti. Infine,
divertente e molto bene congegnata è la commedia “Messere Leonardo e Ninetta”,
in cui Cataldo Russo ci presenta una vicenda boccaccesca che vede coinvolto il
grande Leonardo e lo fa anche attraverso un’invenzione linguistica
sapientemente arcaica.