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lunedì 12 agosto 2024

DIARIO CIVILE
di Girolamo Dell’Olio


Girolamo e Francesco
 
Firenze liberata, da riliberare   
 
Com’è andata stamani?
 
Inutile dire del caldo. Firenze è ‘in bùha’, si sa: sempre prima in classifica in questa stagione. Ma merita segnalare un’attenuante: solo alla fine delle tre ore di ‘provocazione’, a mezzogiorno, l’ombra ha definitivamente abbandonato le scalinate dell’ingresso ovest della stazione. Giusto in tempo per riarrotolare i cartelli, con Francesco, e concederci un’acqua tonica e un orzo ritempranti dal Gamberini. Alle nove, di stanziali ci sono solo i ragazzi dell’Esercito e della Questura che presidiano con discrezione. Dopo una decina di minuti che hanno potuto indovinare chi sono vedendo cosa indosso, ci provo, a passargli il volantino. ‘Non possiamo…’, declinano sorridendo, col tono garbato e anche un po’ triste di chi sa di dover sopportare limiti un po’ anacronistici. Ma colgo nello sguardo una manifestazione nitida di simpatia e di condivisione. Che fa bene al cuore. Sui restanti centosettanta minuti non c’è molto da dire.
Un continuo via-vai, anzi arranca-arranca, di turisti di ogni colore, età e corporatura alle prese col compito improbo di caricare su, o accompagnare giù, maxi-trolley da viaggio, chi persino due o tre a testa… si può capire con quale entusiasmo possono mai fermarsi a discorrere di carrarmati e ferrovie. E li aspettano, chi entra, anche motivi aggiuntivi di affanno, in questo agosto che i treni si sono incartati, e non solo quelli dell’alta velocità: progressivi ritardi anche sui regionali per l’aeroporto di Pisa, senza neppure servizi bus sostitutivi!
 

Francesco

Però non proprio tutto è andato sprecato.
Chi aveva uno scampolo di tempo ha potuto almeno intravedere, e magari arrivare a conoscere più approfonditamente, qualcosa di cui praticamente nessuno è a al corrente. Provetti attivisti per la pace ignoravano, mi racconta Francesco che presidia col cartello in francese la seconda rampa di scale, il bel programma di avventure militari che la Rete Ferroviaria Italiana ha deciso di condividere con Leonardo (non esattamente quello ‘da Vinci’).
 
Fortuna vuole che abbia incrociato casualmente lo sguardo di quest’uomo che pare affrettarsi verso il binario. Una rapida occhiata di riconoscimento reciproco, e sì, dev’esser lui, e provo a pronunciare il nome: conferma! È il pubblico ministero che ho idolatrato per anni: la requisitoria sugli scempi provocati dai cantieri TAV in Mugello negli ultimi anni del secolo scorso, e nei primi di questo, è un modello di cultura giuridica, capacità di indagine, profondità etica ed efficacia comunicativa. Li abbiamo metodicamente raccolti, gli stralci più significatici, in 26 pillole. Correva l’anno 2008. Si celebrava presso il Tribunale di Firenze il processo iniziato quattro anni prima, e Idra era parte civile. “Sotto i riflettori del procedimento - scrivemmo in premessa - sono non soltanto somme cospicue del bilancio pubblico nazionale, beni ambientali rari e risorse territoriali preziose, ma anche valori fondanti della nostra democrazia, della nostra stessa civiltà giuridica. Insomma, bruciante attualità! Perciò avevamo provato a proporre a Marco Paolini di utilizzare quella requisitoria come canovaccio di una sorta di nuovo ‘Racconto del Vajont’. Un’orazione civile che avrebbe certo fatto tanto bene alla Firenze di oggi. Ma fu un treno che perdemmo: Paolini era ormai impegnato per anni e anni a venire. E così, come è buona norma nel nostro straordinario Paese, adesso si buca Firenze dimenticando la lezione del Mugello. Chissà se di questa ‘evoluzione’ delle Ferrovie direzione armamenti, mi viene da pensare, l’attento magistrato ha notizia. Sicuramente, però, sono informazioni che quanto meno cadono in buone mani.



Nella tipica maglia gialla della Seleção Brasileira in mezzo a un folto gruppo di connazionali fermi per una sosta in cima alle scale, una giovane moretta ha colto al volo l’opportunità di esibire il suo buon francese regalando a noi il piacere di restituire tutta l’informazione possibile all’emisfero australe.
‘Cariocas? Paulistas?’
‘Bahianos!’, esclamano fieri in coro!
 



C’è anche chi si avvicina apposta per averlo, il manifestino, decisamente incuriosito. Ringrazia, torna indietro verso l’ingresso della stazione, e dopo un’occhiata lo ripiega in quattro e se lo mette in tasca. Forse aspetta qualcuno, perché rimane lì ancora qualche minuto. Poi, magia, lo riestrae e se lo legge con cura. Così come, vera sorpresa, questo ragazzino che fa la guardia a una valigia insieme a una coetanea. Me lo viene a chiedere, il volantino, con un tono meravigliosamente educato. Ci resto secco!
‘Ma che bravo che sei!’, gli fo. ‘Da dove vieni?’
‘San Miniato!’
‘Ah, San Miniato!’ e mi torna in mente in automatico quel capolavoro dei Fratelli Taviani, La notte di San Lorenzo’. Ieri, per l’appunto. Ieri come nel ’44. Quando, anche allora, il 10 agosto di San Miniato precedeva l’11 agosto di Firenze. E ‘quest’atomo opaco del Male’ dava la peggior prova di sé nel dramma della campagna toscana come sui ponti minati di Firenze.
‘E lei, è una tua amica?’
‘È mia sorella, gemella!’
Stupendi!
‘In che classe siete?’
‘Seconda media.’
‘E che lingue studiate?’
‘Inglese e francese.’
‘E allora a te te lo darò in francese, così ti eserciti’, e passo una copia alla sorella.
In breve, spiego loro a voce di che si tratta. Che oggi è un giorno di festa, a Firenze, perché 80 anni fa la seconda guerra mondiale guerra cominciava finalmente a finire. E che conviene stare in guardia: c’è gente birbona che ha strane preferenze: torna a preferire le guerre al pane…
‘Ma voi, chi aspettate?’
‘La mamma.’
E intanto, con ammirevole cura, leggono. Da un foglio di carta. Non da uno schermo.
Dopo un po’, la mamma arriva. Si organizzano per distribuirsi le valigie, e li vedo scivolare in stazione prima di avere il tempo di congratularmi con lei  e coi suoi cuccioli, e salutarli.


 
Sono venuti a trovarmi anche Fabrizio e Luciana. È tanto che non ci si rivedeva. Rifacciamo il punto sul tempo trascorso, sulle riflessioni maturate, sulle cose in ponte. A partire dai due appuntamenti proposti a ottobre sull’impatto del digitale nelle scuole, l’11 al circolo ‘25 aprile’ e il 15 al circolo ‘San Niccolò’. Perché è da lì, dai nostri bambini e ragazzi sotto attacco elettronico concentrico, che conviene forse cominciare a riannodare i fili delle relazioni e delle consapevolezze…