Aben riflettere, la perversa gestione democristiana
del potere in Italia, oltre a essere palesemente diretta a favorire o
rafforzare l’egemonia degli anglo-americani sulla penisola, ha avuto, in buona
sostanza, il solo effetto di aprire la strada alla vera e unica politica
dell’intero Occidente: che è quella dello scontro, più o meno camuffato e
nascosto, tra l’ala destra e quella sinistra dell’idealismo
tedesco-hegeliano, di fine Ottocento.L’Occidente, sul
piano sostanziale, non ha mai conosciuto, infatti, alcun altro conflitto
ideologico. Lo stesso cosiddetto “liberalismo occidentale” nasce e si muove
nell’ambito dell’idealismo teutonico (quello di origini empiristiche o lockiano
è finito sul nascere, da tempo, per morte prematura).Anche l’apporto delle religioni dominanti si è mosso sulle medesime
linee. Quello dell’ebraismo è andato nel senso della dottrina del popolo
eletto, guida di tutti gli abitanti del Pianeta, propria anche del
nazi-fascismo.Quello dei cristiani
(cattolici, protestanti, eretici, scismatici etc.) ha puntato a rafforzare
l’idea dei social-comunisti sulla necessità di rendere uguali tutti gli esseri
umani. Tertium non datur: a dispetto dei tanti tentativi di
vaniloquio di uomini politici ossessionati dall’idea di dover dire necessariamente
qualcosa di nuovo.Ciò premesso, e considerato
il persistente vitalismo nel Bel Paese del conflitto ideologico, tra (ex, post,
neo) fascisti e socialcomunisti, mi chiedo se non sia il caso di risparmiare
agli Italiani la celebrazione (commemorazione, memoria, ricordo) di tutti i
misfatti attribuiti ufficialmente, negli anni, agli uni e agli altri.Abbiamo sul Pianeta in Israele, in Ucraina fuochi veri.
Quello divampato in Medio Oriente vede due popoli, quello ebreo e quello
palestinese, entrambi credenti e fedeli dello stesso Dio Unico, che se le
stanno dando di santa ragione, utilizzando tutte le
invenzioni belliche, attribuite fideisticamente a Satana, decisi (più che
mai prima) a giungere allo sterminio totale degli uni o degli altri. Ugualmente
reale e distruttivo è il fuoco divampato tra i nostalgici delle due più
assurde, feroci e totalizzanti ideologie europee mai apparse sul Pianeta,
facenti capo, entrambe, al teutonico Hegel: id est. il post-comunismo (ora
ritenuto post-sovietico ma pur sempre russo) e il neo (inedito)
nazi-fascismo ucraino dei battaglioni Azov (considerato il vero sostegno di
Zelensky, insieme a quello Statunitense). In presenza di conflitti tragici
e reali, penso di potere osservare che è lecito chiedersi:c’è proprio bisogno anche di fuochi d’artificio diretti a illuminare il
podio dove salgono autorità e rappresentanti politici per rinfocolare uno odio
che conserva inalterata tutta la sua ferocia e
persistenza? Commemorazioni che si ripetono con cadenza rituale (come i
famosi “Fuochi a mare” del romanzo di Michele Prisco) e in cui si sparano
colpi sostanzialmente “a salve”, a mio giudizio, servono solo a farci
dimenticare che è tutta da accertare la vera natura degli
attentati ritenuti fascisti (per esempio, stazione di Bologna) e degli
assassini attribuiti ai comunisti (per esempio, sequestro e omicidio di Aldo
Moro).
A dispetto
dell’ufficialità, infatti, e dei suoi risultati dati in pasto alla pubblica
opinione, c’è gente senza i paraocchi, che ritiene gli uni e gli altri diretti
a destabilizzare il Paese per favorirne la sua “coloniale” dipendenza
dagli Stati egemoni dell’Occidente.Se ciò fosse
vero (e il dubbio è più che legittimo) appare una prava usanza stimolare
l’ausilio della memoria per rinfocolare un odio tra connazionali e
distrarre l’attenzione da chi vuole impedirci, nel suo palese interesse, di
crescere. Esso sembra destinato unicamente a rinverdire lo
scontro fazioso tra i due “fratelli-coltelli” dell’idealismo tedesco di
fine Ottocento, che purtroppo sono ancora vivi in Italia, sia pure con forme,
striscianti e camuffate, di precaria e minoritaria esistenza (in grado,
tuttavia, di consentire loro di governare, alternativamente, il
Paese, grazie a un truffaldino e illogico marchingegno elettorale che trasforma,
con perversa magìa, in maggioranza una palese minoranza).